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Arrampicata - In vetta a occhi chiusi


Nel mese di marzo 2007 è uscito "In vetta a Occhi Chiusi", autobiografia di Erik Weihenmayer, Edito da CDA&Vivalda e tradotto da Maria Franca Galanzi. Il libro racconta di come Erik, nato con una grave malattia ereditaria alla retina, la retinoschisi, abbia progressivamente perduto la vista, fino a diventare completamente cieco all'età di tredici anni. Dai salti con la bicicletta su rampe dipinte di un colore arancione brillante alle partite di basket uno contro uno nel cortile sotto casa, Erik non ha mai lasciato che la cecità gli impedisse di realizzare i suoi desideri. Laureato, insegnante di scuola media, ha scoperto l'arrampicata a un campo estivo di autonomia organizzato da un centro per non vedenti. Da quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di conquiste, nonostante i molti dubbi e le insicurezze che ogni essere umano prova nella propria vita. Dice Erik: "Essere cieco, pensai, era una gran seccatura. Aveva certamente reso più difficili i miei tentativi di scalata, costringendomi ad arrampicare in un modo che era diverso da quello adottato dalla maggioranza delle persone, ma non mi aveva impedito di farlo, né di provarci gusto. Non avrei mai più giocato una partita di basket o saltato una rampa con la bicicletta; il passato era morto e, per quanto potessi lottare, non c'era alcun modo per riportarlo in vita. Ma seduto trenta metri al di sopra del limite della vegetazione arborea, con il sole che mi scaldava il viso e il rumore dell'immensità tutt'intorno a me, nulla di tutto ciò sembrava più così importante, perché avevo appena scoperto che potevo scalare…Nonostante il dolore e la frustrazione per essere diventato cieco, nonostante la scomparsa di persone care (la madre in un pauroso incidente stradale quando aveva sedici anni), nonostante la perdita degli occhi per il glaucoma, niente era riuscito a scoraggiarmi." Ed è la ferrea volontà di Erik che lo porta a gettare al vento i pregiudizi della società e che lo conduce, passo dopo passo, sino a "toccare il tetto del mondo". Sposato con Ellen, e padre di Emma, Erik è diventato un atleta di fama mondiale. Oltre all'Everest, ha completato l'ascensione di tutte e sette le vette più alte dei sette continenti, diventando uno dei pochi atleti a raggiungere questo ambito obiettivo.

Vi ricordiamo che durante l'estate del 2005 una delegazione del Gruppo Sportivo non Vedenti Milano e dell'Associazione genitori ragazzi non vedenti, ha partecipato a un'importante manifestazione, No Barriers Dolomiti a Cortina D'ampezzo. In tale occasione era presente anche Erik che ha fornito utili insegnamenti a tutti i presenti relativamente alle tecniche di arrampicata.

Tutti si avvicinano alla base della parete. Francesco in primo piano; dietro di lui, c'è Warren McDonald, un atleta che ha perso entrambe le gambe al di sopra del ginocchio in un incidente, poi dietro Maria Franca con Claudio, dietro ancora nel gruppo si intravede la moglie di Andy Holzer, alpinista Austriaco che ha completato una parete con Erik, il film del quale sarà anch'esso presentato al Festival nel 2007, poi c'è Andrew con la fidanzata; poi si vede Erik in fondo alla fila con una felpa verde militare e due guide, una delle quali si vede di spalle con lo zaino ed è Paolo l'organizzatore della manifestazione.

Da qui http://www.gsdnonvedentimilano.org/a2005/news/n20050825ar.aspx potete rileggere un breve resoconto.

Oggi la sua storia, intensamente umana e coinvolgente, è disponibile anche per il pubblico italiano; il 2 maggio il libro verrà infatti presentato al 55° festival di Trento, una delle manifestazioni più importanti del settore e il 10 maggio verrà presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Torino. Questo è un libro per tutti gli appassionati di montagna, ma anche per chi crede che nessuno abbia il diritto di imporre limiti alla volontà, alla determinazione e alle capacità che esistono in ciascuno di noi. È un libro per chi sa che, se non ci arrendiamo di fronte al primo "non puoi", se accettiamo pienamente ciò che la vita ci riserva, se valorizziamo e puntiamo sulle nostre immense potenzialità, invece che sui nostri limiti, senza rimpiangere ciò che abbiamo perduto o non abbiamo mai avuto, allora possiamo vivere pienamente e con soddisfazione la vita che vogliamo davvero.

Maria Franca Galanzi

Indice articoli del 2007

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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