La mia esperienza più bella
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Cari amici da quando mi sono dedicato al tiro con l'arco, ho fatto molteplici esperienze cercando sempre di imparare tutto quello che c'è da sapere su questo nostro splendido sport. Ho partecipato a gare a manifestazioni di ogni genere, ho fatto corsi di tutti i tipi, ho voluto fare la doppia tessera FIARC e FITARCO proprio per poter acquisire maggior conoscenza, è quindi stato naturale intraprendere la carriera dell'istruzione e eccomi quindi a fare i corsi di istruttore regionale Fiarc e istruttore di 1° livello e poi di 2° livello Fitarco, i corsi di educatore sportivo del CONI, e tutti gli stages e i corsi di specializzazione di entrambe le federazioni,
ero quasi sicuro di aver studiato tutto quello che c'era da sapere, quando un collega istruttore Fitarco mi propose di dargli una mano in un progetto che stava cercando di realizzare,
il progetto consisteva nel creare una scuola di tiro con l'arco presso l'istituto dei ciechi di Milano; incuriosito dalla cosa ho accettato di assistere ad una sua lezione, e quasi senza rendermene conto mi sono trovato coinvolto in un'esperienza meravigliosa che sto continuando da ormai un anno e mezzo con grande soddisfazione.
A questo punto immagino che voi vi chiederete: ” ma come fanno a colpire il bersaglio se non ci vedono?” Ebbene vi garantisco che ci riescono e anche piuttosto bene!.
Naturalmente tutto nasce da un rapporto molto intenso tra allievo e struttore, vi è prima una fase di conoscenza tattile del mezzo, in modo che l'allievo nonvedente riesca a memorizzare tutta la struttura dell'arco, conta moltissimo il dialogo bisogna saper descrivere tutto nei minimi particolari, perché non è naturalmente possibile far “vedere” il gesto e le varie sequenze del tiro, quindi vi è un lungo e paziente lavoro di dialogo tra istruttore e allievo, poi vi è il supporto di un attrezzo che si chiama ”mirino tattile”con cui l'allievo si rapporta per la posizione di tiro e la direzione del bersaglio: consiste praticamente di un asta orizzontale che viene fissata a terra con inseritii due ri fe rimenti per la posizione dei piedi ,all'estremita di questa asta e fissata un'altra asta verticale in cui è inserito un cursore che si muove in senso verticale per dare l'alzo con una vite senza fine che si muove in senso orizzontale che da la direzione del bersaglio,
naturalmente i tiri sono effettuati in piano e su batti freccia del tipo usati nelle gare Fitarco,
durante i tiri è molto importante l'intesa tra istruttore e tiratore, poiché l'istruttore deve aiutare in tutto e per tutto l'allievo nella sequenza di tiro.
Vi devo però dire che è di grande soddisfazione insegnare loro perché si può constatare come la natura se ti toglie qualcosa, ti compensa da un'altra parte, questi ragazzi hanno una sensibilità straordinaria, e acquisiscono immediatamente le istruzioni che dai loro, basta spiegargli la tecnica
una volta e immediatamente la pongono in atto, insomma è veramente un'esperienza entusiasmante che io consiglio a tutti i colleghi istruttori.
PS scusate dimenticavo di dirvi: quest'anno ho partecipato al campionato italiano Para-archery indoor con due ragazze non-vedenti, abbiamo portato a casa una medaglia d'oro negli assoluti e un argento nella gara di categoria, Una bella soddisfazione non vi pare?
Mario Porotti
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