E' sempre difficile, dopo un'esperienza forte e coinvolgente, riordinare le idee e raccontare ciò che è successo. Ci provo, spero di non annoiarvi troppo. Lo scorso Week-End, il 18 e il 19 Gennaio, si sono svolti a Zola Predosa (BO) i campionati Indoor Para-Archery 2014. Il nostro gruppo ha portato a casa ben 4 medaglie: 1 d'oro per Loredana Ruisi e 1 d'argento per me nella gara di categoria che si è svolta Sabato. E' stata una gara lunga: dovevamo tirare 60 frecce dalla distanza di 18 m. su bersaglio da 60 cm. Io, quel giorno, mi sentivo carico al punto giusto: mi sono detto fin da subito: "Voglio divertirmi e voglio tirare bene." Poi ero anche contento del fatto che avrei rivisto gli altri amici arcieri delle altre compagnie in giro per l'Italia: è sempre bello rivedersi sul campo di gara, salutarsi, scambiarsi battute e ridere in allegria per stemperare la tensione. Al mattino arriviamo sul campo intorno alle ore 08:30 e, dopo una meticolosa preparazione dell'arco, mi dedico ai miei 4 minuti di meditazione che faccio prima di ogni gara. In quel momento non esiste nessun altro: sono solo io con me stesso. Alle 10:00 circa è iniziata la cerimonia d'apertura con l'alzabandiera intonando l'inno nazionale: è sempre un'emozione assistere a questo evento, mi fa sentire orgoglioso di essere arrivato lì a cercare di acciuffare il titolo italiano. Dopo pochi minuti inizia la procedura di gara: tutti ci aspettavamo 45 minuti di tiri di prova utili per riscaldarsi e per "fare il mirino". E invece no, la commissione arbitrale ha solo dato il via alla procedura di gara normale che prevede 2 volè di riscaldamento e 20 volè da 3 frecce di gara. Questo per me e per Mario, il mio allenatore, non si è rivelato un elemento di disturbo: ormai siamo abituati ad aggiustare tutto in 2 Volè e così, con questa voglia di divertirsi è iniziata la gara. Si alternano Volè con punteggi buoni altre con punteggi un po' più bassi ma, nel complesso, stavo andando bene. Non volevo sentire null'altro che me stesso e non badavo a ciò che succedeva intorno a me. Fra l'altro, 1 2 paglioni di distanza dal mio, c'era Claudio Peruffo, il mio avversario più temibile. Ogni tanto sentivo i punteggi che faceva perchè il suo allenatore, esattamente come il mio, li diceva a voce alta. Io mi dicevo, prima di iniziare l'azione: "Pensa al tuo movimento, pensa a divertirti." E così, dopo un bel respiro, riprendevo a tirare e i riscontri al bersaglio erano buoni. Fino a quando, alla nona Volè, è successo qualcosa che non ho capito: ho tirato 3 frecce tutte fuori dal bersaglio. La cosa ancora più strana è che la Volè successiva ho nuovamente fatto un buon punteggio. Neanche Mario ha capito cosa sia successo. Anche pensandoci a mente fresca, non riesco a rivivere e ricordare quel momento. Un autentico Black-Out. E così chiudo la prima Manche a 174 punti: un buon punteggio, ma distante ben 24 punti da Claudio Peruffo che conduceva con 198. Il resto della classifica non mi preoccupava più di tanto: Mario mi ha detto che erano tutti un bel po' più bassi di noi. La pausa l'ho passata a rilassarmi, a mangiare un pezzo di torrone morbido al cioccolato e a scambiare qualche battuta con i compagni di piazzola e di linea. La seconda Manche parte con una piccola flessione che, dopo 2 Volè, viene risolta da una sequenza di buoni punteggi. La fine della gara arriva in un batter d'occhio. Quando mi sentivo contratto facevo dei respiri concentrando il flusso d'aria sulle spalle e sulla schiena. Vi assicuro che funziona perchè poi riuscivo a tirare bene. Alla fine io chiudo la gara con un totale di 374 ma, con grande sorpresa, ho fatto 200 punti solo nella seconda Manche. Ero contentissimo perchè non avevo mai fatto una Manche così bene. Nonostante ciò, Claudio Peruffo vince la medaglia d'oro con 379 punti. Anche Mario era contento, ma un po' di amaro in bocca c'era. Subito dopo la gara c'è stata la premiazione che mi ha onorato di una bella medaglia d'argento.
Il pomeriggio l'ho passato in relax seguendo i consigli di Loredana Tallarico, la nostra psicologa che cura dall'anno scorso la nostra preparazione mentale. E così arriva la Domenica giorno degli scontri per assegnare il titolo assoluto. Da quando mi sono svegliato una vocina diceva dentro di me: "Questo titolo assoluto lo voglio conquistare io. E' tanto tempo che lo aspetto......" Lo scontro diretto è una gara tutta diversa dalla precedente: qui non si possono fare previsioni e neanche statistiche. Vince chi riesce a rimanere più lucido e a non farsi prendere dall'ansia di fare i punti. Ed è questo che è successo proprio a me. La mattina arriviamo sul campo di gara verso le 08:00 e, dopo i primi saluti, comincia una meticolosa verifica e montaggio dell'arco. E' una cosa a cui tengo molto e non voglio che la faccia nessun altro per me. Dopo questa preparazione, così come il Sabato, faccio la mia meditazione di 4 minuti. A differenza del giorno prima, la Domenica abbiamo avuto 30 minuti di Volè di riscaldamento. D'accordo con Mario concordiamo di fare 4 Volè e saltare tutte le altre fino all'ultima disponibile che sarebbe servita a confermare l'esatta taratura del mirino. E poi, in pochi minuti, mi sono ritrovato catapultato nello scontro dei quarti di finale. Lo scontro mi ha visto vincitore per 6 punti a 0 su Massimo Vita ma, vi giuro, anche lì avevo un po' di paura. Me la ricordo benissimo, addirittura ho rifiutato 2 tiri che ho dovuto rifare. Sulla mia pelle ho imparato che rifiutare i tiri serve perchè un'azione rifatta da zero paga sempre in termini di punteggio. Superata questa fase sono arrivate le semi-finali: mi dovevo scontrare con Lorenzo Motti. Sulla carta è battibilissimo, mi dice Mario, però, come dicevo prima, gli scontri diretti sono una gara a sè. Prima di cominciare sentivo un po' di tachicardia che, però, ho saputo farmi piacere con 2 bei respiri profondi. A me piace sentire il cuore che mi batte nel petto con battiti lenti ma poderosi: questa sensazione mi dà sicurezza e mi fa compagnia. Inizia così la semi-finale che, onestamente, non mi sono neanche accorto del tempo che è passato. Tutto è andato liscio, ogni freccia mi ripetevo: "Pensa al tuo gesto." E così sono approdato in finale battendo Lorenzo Motti per 6 punti a 0. E qui arriva il bello: sapevo di essere in finale con Claudio Peruffo, colui che il giorno prima ha preso l'oro battendomi per solo 5 punti. Mario mi dice: "Vai tranquillo, pensa alle tue 4 cose che sai e a nient'altro." Io ho ripetuto come se fosse una poesia i 4 punti di cui dovevo tenere conto nel mio gesto ed è con questo pensiero che è iniziata la finale. La prima Volè la vince Claudio Peruffo per 2 punti di differenza da me. Poi, non so cosa sia successo in me, mi sono sentito di colpo bello rilassato, ero tranquillo, quasi anestetizzato. Ed è così che in un battito di ciglia ho fatto 3 belle Volè che mi hanno permesso di battere Claudio Peruffo 6 a 2. Quando ho tirato l'ultima freccia, che è andata nel 9, sono sceso dalla linea e volevo esultare ma, fortunatamente, Maurizio è stato pronto a prendermi, a tapparmi la bocca, e a farmi rilassare tenendomi fra le sue braccia. Mario era contentissimo, aveva un sorriso fino alle orecchie e, in un istante, mi sono ritrovato accerchiato da un sacco di gente che mi dava pacche amichevoli sulle spalle e che mi faceva i complimenti. Addirittura Loredana mi ha detto che tremavo, io non me ne rendevo conto. Mi sembrava di essere chissà dove: tutto era fra il confuso e il tremendamente cristallino: una sensazione stranissima. Poi, come la sportività impone, sono andato da Claudio a fargli i complimenti e gli ho detto: "E' sempre bello andare in finale con te, almeno sento la tensione della sfida!"
Rimane solo da aggiungere che le premiazioni sono arrivate dopo un'estenuante attesa di ore ed è stata una bella emozione essere sul primo gradino del podio, guardato ed applaudito da tutti. E' un'emozione indescrivibile.
Nel finire questo lunghissimo racconto voglio fare un enorme ringraziamento al GSD che ci offre gli spazi per l'allenamento. Voglio anche ringraziare Armando, Mario, Maurizio e Laura che, con dedizione, pazienza ed abnegazione, ci allenano e curano la nostra preparazione tecnica e fisica. Un particolare ringraziamento va a Loredana Tallarico che, con tanta professionalità, cura la nostra preparazione mentale. Grazie a tutti e scusate per la prolissità. Al prossimo resoconto.
Diego Chiapello
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