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ALLA SCOPERTA DEL BLIND TENNIS


: "La gente ci dice ma come è possibile? Come si può fare? Il tennis è già difficile per una persona vedente.

Allora io dico sempre che per prima cosa con responsabilità, volontà e sacrificio da parte di loro tutto si può fare".

Con queste parole Eduardo Silva, maestro di tennis di origini argentine iniziava la sua presentazione del Blind Tennis lo scorso 15 Novembre presso il Centro Sportivo Pavesi di Milano nell'ambito del 16° International Tennis Symposium.

Presentazione dei giocatori non vedenti

L'intraprendente sudamericano procedeva, dunque, con la presentazione di questo interessante sport nato in giappone negli anni 80 e di Tulio, Giulia e Roberto, tre non vedenti che da 8 mesi lo praticano in quel di Udine.

A corredo delle parole del maestro di tennis era proiettato un filmato nel quale famosi tennisti italiani, come Volandri, Seppi, Fognini e Lorenzi sottolineavano l'importanza del fatto che anche persone con disabilità visiva possano praticare il loro sport.

fase di gioco 1

Silva raccontava del suo viaggio in Argentina per apprendere le regole del Blind Tennis e ne illustrava nel dettaglio origine e regole.

Il Tennis per non vedenti nasce da un'intuizione di Miyoshi Takei il quale decise di provare ad adattare tale disciplina a persone con disabilità visiva, realizzando con l'aiuto di un insegnante di educazione fisica la prima pallina con cui giocare.

Le palline sono di due tipi: quelle giapponesi più voluminose, realizzate in un materiale simile alla gomma piuma e dotate di sonagli al loro interno che gli conferiscono un suono nitido e ben individuabile e quelle inglesi, più leggere, realizzate in materiale più ruvido, dotate di una serie di fori ma con dei sonagli capaci di produrre un segnale acustico meno limpido.

Fase di gioco 2

Il campo da gioco è più piccolo, delle dimensioni di uno da Badminton ed è delimitato con linee realizzate mediante un cordino di 3 m che permette al giocatore di mappare il territorio attraverso piedi, mani o racchetta, ricalcando, comunque, la normale topografia di un terreno di gara tradizionale.

La racchetta è, invece, delle dimensioni di un modello Junior, cioè di 57cm massimo di lunghezza.

I giocatori sono suddivisi in tre classi in basi al loro grado di cecità con B1 non vedenti assoluti, mentre B2 e B3 diversi gradi di ipovisione.

Ai giocatori di classe B1 è concesso di far rimbalzare la pallina fino a tre volte, mentre gli ipovedenti B2 e B3 due volte.

Silva procedeva, quindi, con una dimostrazione pratica nella quale lanciava una serie di palline ai tre giocatori non vedenti i quali si alternavano in fase di ricezione.

Il maestro di tennis insisteva sull'importanza di ascoltare bene il primo rimbalzo per individuare la zona del campo dove spostarsi per intercettare la pallina, ribadendo l'importanza dell'assoluto silenzio per favorire i gesti degli atleti.

Da sottolineare le belle prove di tutti e tre i giocatori, nonostante si allenino da soli 8 mesi, dato che secondo Eduardo per arrivare a giocare una partita siano necessari un anno e mezzo di allenamenti.

Il gruppo sembra, comunque, determinato e mostra costanza anche da quanto riferito da Giulia al termine della dimostrazione la quale ha dichiarato che si allenano tutti Sabati da Febbraio e ha evidenziato l'ottimo valore associativo di questo sport.

A cimentarsi con il Blind Tennis erano poi cinque persone vedenti del pubblico appositamente bendate.

Per ora il Blind Tennis è praticato in Giappone, Argentina, Russia Stati Uniti e Gran Bretagna ma il maestro Eduardo da Silva riferisce che ci sono referenti di questo sport in ben 15 paesi i quali ne stanno favorendo la diffusione tanto che a supporto di questo proprio quest'anno tutti i paesi dove si pratica il Blind Tennis si sono riuniti in un congresso internazionale nel quale è stata costituita l'associazione internazionale di tennis per ciechi.

L'obbiettivo è quello di far diventare tale sport paralimpico il più presto possibile e una tappa fondamentale saranno già i giochi paralimpici di Tokyo 2020 nei quali proprio il Blind Tennis sarà presentato, come disciplina promozionale.

Per i disabili visivi si apre, dunque, una nuova frontiera e Federer, Nadal e Djokovic da una parte ma anche Sharapova e sorelle Williams dall'altra non sono più esponenti di uno sport difficile da praticare.

Matteo Comi

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
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