La Gran di Fondo Sant’angelo lodigiano
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Milano, domenica 29 Marzo 2015
Dopo la passata stagione, la quale mi ha costretto fermarmi per alcuni mesi facendomi saltare gli appuntamenti sportivi più importanti, ero pronto a ripartire con la prima gara dell’anno, Grand Fondo di Sant’angelo lodigiano, inserita nella mia tabella di preparazione.
Essendo a inizio stagione io e Paolo, Triatleta del Road Runner, decidiamo di partecipare alla distanza media, un percorso di 120 km, che infine risulteranno 123 km effettivi, con un dislivello di 1210 metri.
La partenza era prevista nel campo di atletica di Sant’Angelo Lodigiano.
Dato che era la mia prima gara con Paolo decidiamo di partire dal fondo del gruppo, una decisione condivisa dal compagno del paratriathlon, anche lui iscritto ed accompagnato dalla moglie.
Dopo la partenza da Sant’angelo ci siamo diretti verso le colline di San Colombano e Miradolo per la prima asperità, scollinando per le Terme di Miradolo abbiamo attraversato l’abitato di Monteleone, abbiamo proseguito veloce verso Santa Cristina e con la strada in leggera discesa, ci siamo diretti verso il fiume Po, attraversando il ponte siamo risaliti verso Castel San Giovanni in provincia di Piacenza.
La strada del fondovalle saliva attraversando i centri abitati di Borgonovo e Castelnuovo per poi lasciar la statale del passo Penice e seguire le indicazioni verso Agazzano.
Superato un successivo ponte siamo risaliti sul lato opposto della valle con la strada che si è inerpicata fino al bivio che porta al piccolo borgo di Arcello, frazione di Pianello. Pochi metri e Paolo mi incita a riprender fiato per la difficoltà della strada che incontreremo più tardi dove si inerpica nuovamente, tutto rende impegnativa la nostra pedalata. Paolo mi indica che sono tutti fuori sella, ma la nostra poca esperienza assieme fa sì che saremo costretti a fare tutte le salite “incollati” al sellino.
Paolo nei momenti meno impegnativi mi spiega e mi racconta della bella vista del paesaggio sottostante e me lo fa rivivere come se lo vedessi. Una discesa tecnica ci porta a Pianello Val Tidone, ricca di curve veloci e di avvallamenti che la rendono divertente ma che richiedono una buona pratica di guida e una gran dose di attenzione, di Paolo, nel condurre il Tandem. Poco più avanti uno stappo secco ma corto ci porta a scollinare in direzione Vicobarone, da lì una lunga e veloce picchiata passando da Ziano Piacentino.
Poco dopo si riprende la veloce discesa in direzione Castel San Giovanni e svoltando a sinistra imbocchiamo la strada del Pradello dove si trova un’altra piccola asperità da superare prima di arrivare al sulla strada del Merlino. Dopodiché arrivati in fondo, al bivio per Rovescala, il percorso si riunisce. Più avanti uno stappo secco ma corto ci porta a scollinare la salita di Mondonico, piccola Frazione di San Damiano al Colle, centro agricolo circondato dai vigneti; qui la strada si fa più impegnativa e la salita si impenna all’improvviso con punte del 13% fino ad arrivare alla chiesa di San Giovanni Apostolo dove poi si inizia a scendere per ritornare sulla strada scende velocemente verso Stradella.
Anche se non manca qualche piccolo e insidioso dislivello da superare, si torna a superare il ponte del Grande Fiume questa volta a Spessa Po e subito abbiamo svoltato a destra per attraversare la cittadina di San Zenone al Poche ha dato i natali al grande Gianni Brera. Si continua su questa stradina movimentata dagli argini del Po e si sbuca a Corteolona per ritornare sulla Statale che porta a Santa Cristina per poi riprendere il percorso a ritroso fatto all’andata ed arrivare a Monteleone. Anche qui, abbiamo ritrovato un brevissimo strappo, abbiamo visto il cartello dei -5 Km al traguardo che scorreranno veloci sul “mio” lungo percorso in leggera discesa e che porta all’arrivo presso il Cupolone di Sant’Angelo Lodigiano
Grande gara nonostante il percorso sia stato da, me e Paolo sconosciuto e sopravvalutato rispetto al nostro grado di preparazione. Il tutto è stato affrontato timorosamente, pedalando con il freno a mano tirato infatti gli ultimi 35 km, avendo ancora tanta energia nei muscoli abbiamo tenuto 30 km/h di media. Organizzata bene e ben presidiata e con due ristori ben riforniti e in buona posizione. Dal mio punto di vista, unica pecca, il manto stradale pieno di buche e di asperità, infatti lungo il percorso abbiamo incontrato tanti colleghi a terra oltre a colleghi con le ruote forate.
Alberto Ceriani
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