Glasgow, in vista dei Campionati Mondiali di nuoto paralimpico
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Nello sport c'è una dimensione per ognuno, ad ognuno è data la possibilità di star bene muovendosi, divertendosi, adrenalizzandosi o rilassandosi, imparando e scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo di sè.
Ecco qualcuno che, praticamente, è vissuto fin da sempre con lo sport, ne è stato abbracciato subito, grazie alla lungimiranza e all'intelligenza dei suoi genitori, si è fatto accompagnare e tutt'ora cresce insieme ai risultati dell'attività che, da divertimento e scoperta, è diventata vita e obiettivi: ecco Martina Rabbolini e il suo sport, il nuoto.
Abbiamo chiesto a Martina di raccontarci qualcosa di sè, alla vigilia di questo davvero importante risultato, a cui si è qualificata a suon di medaglie e record nazionali, ultime due medaglie d'oro e una d'argento ai Campionati Assoluti Paralimpici a Busto Arsizio:
"Io ho 17 anni e nuoto da quando avevo 3 mesi;" ci dice.
Da piccoli si ruzzola e si sguazza, poi, dalle capriole e dagli spruzzi, si passa agli impegni seri: cominciano le gare, gli allenamenti cambiano negli anni, ora impegnano 6 giorni su sette più qualche ora di palestra, la tecnica si affina e non si finisce mai di imparare.
Ci incuriosisce qualcosa: non molto tempo fa Martina è passata dalla categoria s12, (ipovedenti) a s11 (non vedenti; è cambiato qualcosa negli allenamenti?
Scopriamo che tutto sommato non è cambiato gran chè, la vasca permette una grande libertà anche senza la vista: "La differenza sostanziale", ci spiega Martina, "è solo l’obbligo di gareggiare con occhialini oscurati".
"Durante gli allenamenti," continua, " per comunicare con il mio coach Andrea Caruggi, utilizzo uno strumento che si chiama U-COACH; è sostanzialmente una cuffia ricevente che mi permette di ascoltare i consigli e soprattutto mi da sicurezza in virata in quanto Andrea mi dice “ vira” evitandomi così di andare a sbattere, inoltre mi può correggere immediatamente quando sbaglio." Ecco un bell'esempio di quanto possa esserci utile la tecnologia se applicata con intelligenza.
Martina è giustamente orgogliosa di far parte della compagine azzurra, gareggerà nei
100 rana, 100 dorso, 200 misti, 400 stile, per ora è emozionata, ma già si aspetta di trasformare l'emozione in adrenalina da gara, come succede ai veri agonisti!
Lasciata alle spalle la terza liceo linguistico, Martina avrà tempo per pensarci, ma medita di proseguire gli studi con una facoltà universitaria che le consenta di restare a contatto con lo sport, qualcosa che si occupi del benessere fisico, come scienza dell'alimentazione o osteopatia. E' sicura però che continuerà a nuotare!
Ci racconta che quando non nuota si dedica ovviamente allo studio e quando può esce con le amiche, partecipa alle pizze del nostro gruppo sportivo, anche le pizze sono importanti! Coltiva i suoi hobbies, ascolta musica pop e legge, è una appassionata di Harry Potter! Chissà come sarebbe brava a giocare a quiddic!
Il suo motto è "non arrendersi mai!", anche se ce lo dice in inglese, così si prepara per parlare con le sue avversarie di Glasgow.
Dopo i mondiali andrà a riposarsi in montagna... "L’acqua la uso solo per lavarmi !!!!" Afferma, ma poi confessa che non le ci vuole molto per avere di nuovo voglia di piscina.
Le abbiamo chiesto dove mette tutte le sue medaglie, è giovanissima e ne ha già un sacco! :
"Sono molto gelosa delle mie medaglie;" risponde, " le conservo con cura riposte su di una mensola in camera mia."
Vista la giovane età, la determinazione, e che la sua eroina è Cecilia Camellini... Probabilmente presto dovrà fornirsi di una mensola mooolto più grande!
In bocca al lupo e soprattutto buon divertimento!
Angela Bellarte
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