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Immagine di uno sciatore

Sport Un coro unanime "Speriamo che la luce accesa sulla disabilità non diventi un lume"inviata a SESTRIERE


Da La Stampa
di Daniela Cotto - (20 marzo 2006)

Inarrestabili azzurre. Ancora due medaglie, ancora due donne sul podio, le stesse che avevano già fatto sognare la Nazionale dello sci venerdì 17: Daila Dameno è argento nello slalom sitting e Silvia Parente è bronzo nello slalom non vedenti.

Un trionfo, due successi che portano a otto podi il bottino dell'Italia che chiude in positivo il grande evento.

Daila Dameno, 38 anni, carattere volitivo, una caduta da un balcone che l'ha resa tetraplegica costringedola sulla sedia a rotelle e un'esperienza ad Atene nella Nazionale di nuoto disabili, mette in bacheca la seconda medaglia dopo ilbronzo in gigante.

Ha urlato Daila, facendo vedere le unghie dipinte con il tricolore come i capelli, ha riso con il principe Alberto di Monaco, arrivato a Sestriere (era già stato all villaggio durante le Olimpiadi) per la premiazione. A Daila, che sa tutto di Che Guevara e adora Valentino Rossi, pareva di volare. La sedia a rotelle non ha stroncato la sua esuberanza, la malattia non ha tarpato le ali alla sua femminilità: "Voglio andare a Cuba, al caldo. Musica, vita e ragazzi belli".

Profonda e civettuola fa dichiarazioni senza inibizioni: "Mi piace far sesso prima delle gare. Ho ragione, avete visto? Il bronzo mi aveva colto di sorpresa. Questo argento invece l'ho cercato con tutte le mie forze. Prima di tornare alla neve, la mia passione da bambina facevo nuoto. L'acqua è un elemento nel quale avendo un handicap ti muovi con più facilità".

Ride, Daila. Alza la mano sana, quella sinistra e fa vedere la medaglia: "La dedico alla Nazionale e a me stessa. Spero che della luce che si è accesa sulla disabilità rimanga almeno una lampadina. Attenzione a non trasformarlo in lumicino".

L'Italia ha festeggiato ancora Silvia Parente che con quella di ieri ha raggiunto quattro medaglie (oro nel gigante, bronzo in libera, superG e slalom). Accanto a lei l'inseparabile Lorenzo Migliari, guida sulla neve e fidanzato nella vita che lei si ostina a non voler sposare.
"Stiamo bene così, in due città diverse", taglia corto la campionessa. Si sono conosciuti in Islanda. Chissà forse era scritto nel destino che l'inverno costituisse lo sfondo della loro vita. Forse era scritto nel destino che dal fidanzamento dovessero finire sul podio, mano nella mano.

Anche ieri a Borgata faceva freddo. C'era un po' di nebbia dopo la neve caduta nella notte tra sabato e domenica. E forse anche questo era scritto nel destino. Così, dopo una settimana di sole, è finita l'ultima giornata dello sci alpino delle Paralimpiadi.

Un successo di pubblico (ci sono stati nei giorni scorsi anche Sara Simeoni e il dominatore dello sci di fondo degli Anni æ90 Bjorn Daehlie a Sestriere in veste di mentori e testimonial del Team Visa), di immagine e di efficienza italiana.

Tutti hanno lodato le piste, il gran lavoro dei tecnici e degli alpini che con 800 uomini (tra Olimpiadi e Paralimpiadi) agli ordini del tenente colonnello Riccardo Breusa hanno permesso il regolare svolgimento delle gare anche dopo le fitte nevicate nei giorni dei Giochi.

E grazie alla squadra coordinata da Remo Del Favero i responsabili dei siti olimpici in montagna potevano contare sul servizio fornito da Metemont (Brigata Taurinense) che segnala eventuali pericoli di valanghe.

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E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
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