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Alle Paralimpiadi di Tokyo batte il cuore anche della provincia di Varese: il nostro Federico Morlacchi sarà portabandiera insieme a Bebe Vio


da Informazione.It
di Roberto Bof - (11 agosto 2021)

Dal 24 agosto al 5 settembre la manifestazione vedrà impegnati 113 italiani: oltre al luinese Morlacchi a rappresentare il Varesotto ci saranno la malnatese Arianna Talamona e il saronnese Fabio Anobile. La gaviratese Paola Grizzetti protagonista del settore tecnico

E’ la rappresentativa paralimpica italiana più numerosa e più giovane di sempre quella formata dai 113 atleti, tecnici, operatori, guide e dirigenti, ormai prossima a partire per Tokyo dove dal 24 agosto al 5 settembre andranno in scena le Paralimpiadi più sospirate della storia e che resteranno uniche anche solo per il fatto di avere nel logo una data diversa rispetto a quella dello svolgimento.

La provincia di Varese sarà rappresentata nel nuoto dal luinese Federico Morlacchi e dalla malnatese Arianna Talamona, nel ciclismo dal saronnese Fabio Anobile. Per Morlacchi è la terza partecipazione alle Paralimpiadi dopo Londra, dove conquistò tre medaglie di bronzo, e Rio dove raccolse un bottino di una medaglia d’oro e tre d’argento. Seconda volta invece per Talamona, che può vantare due titoli di campionessa del mondo 2019. Entrambi tesserati del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre e da sempre per la Polha Varese che in Giappone avrà tra i protagonisti anche Alberto Amodeo, Simone Barlaam, Alessia Berra, Giulia Terzi e Arjola Trimi. Seconda partecipazione anche per Anobile, anch’egli tesserato per le Fiamme Azzurre, già medaglia di bronzo a Rio 2016.

Oltre agli atleti, quelle di Tokyo saranno le quarte Paralimpiadi per la gaviratese Paola Grizzetti, tecnico storico della Canottieri Gavirate che ha lasciato nel 2015 per dirigere la Canottieri Lugano. Pioniera del pararawing in Italia, CT degli azzurri all’esordio di Pechino 2008 coronato con la medaglia d’oro del quattro con, dopo Londra 2012 Grizzetti è passata alla guida della Nazionale israeliana medaglia di bronzo a Rio 2016. Dal 2020 è la presidentessa della Commissione Pararowing della Federazione Internazionale del canottaggio.

Ulteriore motivo d’orgoglio per Varese sarà vedere sfilare in testa alla rappresentativa italiana nella cerimonia inaugurale, due porta bandiera come Morlacchi e la stella della scherma Bebe Vio, quest’ultima più volte nella città giardino tra il 2010 e il 2013 per partecipare alle serate di promozione dello sport paralimpico e non solo.

Sempre nello squadrone del nuoto che il mondo ci invidia, nuoterà nella sua seconda paralimpiade Martina Rabbolini, milanese di Villa Cortese tesserata FINP per il Gruppo Sportivo Nonvedenti Milano e FIN con il Team Insubrika diretto dal tecnico federale varesino Gianni Leoni.

Nel 2016 a Rio le medaglie conquistate dagli azzurri furono 39 (10 ori, 14 argenti, 15 bronzi). A Tokyo, per la prima volta le donne (60) saranno più numerose degli uomini (53). Gli atleti azzurri gareggeranno in 15 delle 22 discipline previste: atletica, canoa, canotaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, sollevamento pesi, taekwondo, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco, triathlon.

Mancherà il grande pubblico che da Pechino 2008 in poi ha arricchito lo scenario e alimentato la visibilità degli atleti e delle discipline. Mancherà lo spirito olimpico della condivisione visto che, come sarà per l’Italia, squadre di una stessa nazione nemmeno si incontreranno nella cerimonia di apertura o al villaggio olimpico. Restano significato e importanza di un evento unico che unisce l’agonismo alla promozione di un movimento capace di insegnare, raccontare ed educare.

«La presenza dei nostri atleti e dei nostri tecnici alle Paralimpiadi deve essere motivo di orgoglio per tutto lo sport varesino - dice Marco Tomasini, delegato della provincia di Varese del Comitato Italiano Paralimpico - Eccellenze che devono essere considerate uno stimolo per tutto il nostro territorio potenzialmente in grado di crescere ulteriormente in termini di promozione, visibilità, qualità, inclusione, competenze e numeri»

Roberto Bof

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