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l'uomo ragno è un dilettante!
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inizia il corso di arrampicata. due ore ogni mercoledì, per otto settimane, e poi, ad assaggiare le montagne!
ma chi è quello che si arrampica così agilmente, sul muro della palestra, aggrappandosi a quei bitorzoli che sembrano così minuscoli e inadatti a sorreggere una persona?
claudio percorre la parete, sotto lo sguardo vigile e un po' sadico di alessandro, l'istruttore. effettivamente pare che alessandro ci provi un gusto matto a indicare le prese più rognose, su quel muro della palestra del palasesto, dove una volta alla settimana il nostro gruppettino di tre aspiranti uomini ragno si cimenta in questo affascinante e, forse poco apprezzato, sport.
claudio, francesco e angela hanno cominciato il secondo ciclo di lezioni, il primo, di otto ore, suddiviso in 4 giornate si è concluso lo scorso anno. insieme ad altri tre ragazzi del gruppo sportivo, l'anno scorso avevano imparato i rudimenti dell'arte: no, non si arrampica afferrando le prese con i denti e graffiando il muro con le unghie; con gli equilibri giusti l'arrampicata si trasforma in una vera e propria danza dai movimenti fluidi ed eleganti. bè, almeno questa è la teoria.
avevano imparato a conoscere i moschettoni che si utilizzano per il lavoro in coppia con la corda: uno dei due si arrampica con una fune legata in vita a un'imbracatura, e, una volta in cima, viene calato nuovamente a terra dal socio ben piantato ai piedi della parete, l'altro capo della corda in mano. la fune, tenuta adeguatamente in tensione da chi sta a terra, rende sicura la salita e assicura una discesa morbida e un dolce atterraggio...
dolce.. possibilmente... ehm, assicuratevi che chi vi deve calare con dolcezza non nutra sentimenti astiosi nei vostri confronti...
avevano imparato anche a cadere... bè, ci sta anche questo, tanto sotto ci sono i materassoni... perchè il lavoro, corda o materassoni, è sempre svolto in assoluta sicurezza.
ora sono in tre a frequentare il corso avanzato. questa prima lezione, dopo tanto tempo, è stata una bella sfacchinata. non vi ricordate più niente... ha sorriso perfidamente alessandro, già deciso, probabilmente, a spremere per bene i suoi allievi.
divertente, vero, ridere del poveretto appeso al muro, mentre si aspetta il proprio turno, seduti sui materassoni?
eccone uno appeso lassù, mentre le mani si incrociano innaturalmente per raggiungere una presa dietro uno spigolo, che sbuffa come un mantice e si chiede chi glielo ha fatto fare... indovinate chi è? ecco l'altra, che arrivata per l'ennesima volta a quel passaggio rognoso, cerca di allungarsi verso l'alto per afferrare l'appiglio, e si ritrova verso il basso, ah, non era sui materassoni che dovevo arrivare? e invece claudio, con le sue scarpette nuove nuove, si arrampica come una mosca su un vetro, e pare che non ci sia niente che alessandro può inventare per metterlo in difficoltà. ovviamente... merito delle scarpette! ragazzi, quello che conta, in ogni sport, a parte non scoraggiarsi subito... è avere una buona attrezzatura!
Angela Bellarte
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