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I GESTI OSCURI DEL TEMPORALE...


... E il mondo venne giù, come sotto un temporale, tutto in un lampo...

Tanti, probabilmente troppi, spesso esagerati e di natura non sempre sportiva i gesti che abbiamo vissuto ieri mattina, nell'acquitrino del diamante Tosi a Senago, in occasione dei derby milanesi che hanno opposto i Thunders five ai Lampi e che hanno riconfermato la supremazia dei Tuoni nel panorama del baseball italiano per ciechi.

Due partite ingarbugliate e nervose, pesantemente condizionate dall'erba troppo alta e dallo stato paludoso del diamante, davvero ai limiti della praticabilità, giocate da formazioni visibilmente nervose che hanno pagato uno scotto troppo salato a tensione, scarso allenamento e febbre contagiosa da derby, scorie tossiche che difficilmente costituiscono premessa di bel gioco.

Gare dal punteggio bassissimo, dominate dalle difese che non hanno avuto grosse difficoltà nello sbarazzarsi delle palline lente e pesanti che si impantanavano nella melma del Tosi prima di cadere facili prede dei guantoni di giocatori non vedenti e managers vedenti appostati in base.

Fabio Scali recupera la pallina in difesa e si rpepara a tirare.

Primo episodio deciso da un paio di interferenze difensive commesse dai coriacei Lampi che pagano inoltre un paio di errori costosissimi in fase di realizzazione punto, inammissibili al cospetto dei pragmatici Thunders: svolta decisiva a fine quarto inning.

Leva in difesa si tuffa per agguantare la pallina, Ruggero dietro gli offre assistenza e copertura.

Dopo due riprese offensive scoppiettanti, chiuse in perfetta parità a quota due (ottimo avvio per Maramao e Minio, sponda lampi, Fabio e Capitan Cusatone sul versante Tuoni, le coriacei saette mettono addirittura il naso avanti sul 3 a 2 nella fase d'attacco del quarto inning.

Mao in posizione di battuta.

Concentrati poi su una difesa strenua ad oltranza nella successiva fase di gioco, opposti alle valide di un line up Thunder ostaggio di qualche tensione eccessiva e notevolmente rimaneggiato nel numero di effettivi a disposizione dei managers Lorenzo Mario ed Angelo, le saette, caricate a mille da un Rolly sempre più ministro della difesa, molto più in versione Comandante Che Guevara che Emiliano Zapata, resistono strenuamente nella fase opffensiva del terzo inning prima di mettere a segno un presunto doppio nella quarta ripresa che avrebbe di fatto chiuso l'inning, disinnescando temporaneamente il fragore dei Tuoni.

Maurizio Recupera la Pallina

Dopo un febbrile consulto arbitrale invocato dai Managers dei Thunders, tuttavia, gli arbitri rilevano la penalità difensiva commessa dei Lampi, richiamati di conseguenza ad occupare le posizioni in base.

I thunders approfittano cinicamente del nervosismo scatenato dall'improvviso colpo di scena tra le file degli avversari, segnando il punto del pareggio con una splendida corsa in base del solito Fabius in versione Freccia rossa, prima di operare il sorpasso definitivo grazie ad una lunga del tatone, gestita in maniera discutibile dalla difesa dei Lampi,

Negli inning finali i Lampi occupano un paio di basi ma ci pensa il solito Franz coadiuvato da uno Scali in formato Calamita Nembo Kid a spegnere le ultime speranze di aggancio degli avversari.

La seconda partita, se possibile, è ancora più tesa ed equilibrata della prima, spaccata letteralmente in due dalla cannonata sparata in esterno destro da un Sarvar che finalmente si ricorda di essere Mano de Pedra e castiga la difesa dei Lampi con un proiettile imprendibile, all'interno di una prestazione offensiva comunque altalenante e a singhiozzo anche tra le file dei Tuoni.

Sotto 3 a 0 dopo 4 riprese, i Lampi non si danno per nulla battuti ed abbozzano una reazione di grande orgoglio che li avvicina alla rimonta storica, spenta nel settimo inning dal solito Cusatone, diligente e lucido, tre spanne sopra a tutti.

Finisce 3 a 2, tra qualche urlo di troppo sbraitato dai managers, i soliti sfottò da spogliatoio e l'ormai raggiunta consapevolezza da parte dei Lampi di una forbice tecnica ormai ridotta al minimo nei confronti dei Padri Tuoni da cui qualche anno fa si era staccata un piccolo embrione impazzito denominato Lampi, fiammella flebile di speranza allora, ma che oggi ha tutte le capacità e potenzialità per poter brillare di luce propria.

Mao in difesa recupera la pallina.

Matteo Briglia (Bedeo)

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