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Flebili lampi in un sole acciecante

a tie is like kissing your sister


Un vecchio proverbio americano, da secoli applicato allo sport a stelle e strisce, recita impietosamente:

" A tie is like kissing your sister".

Tradotto alla buona:

"Un pareggio è come baciare tua sorella: ci sarà sicuramente tanto affetto, manca tuttavia emozione, amore viscerale, passione.

Riassumerei in questo antico adagio popolare nordamericano la sensazione agrodolce dal leggero retrogusto nauseabondo ed urticante a livello epidermico che probabilmente pervade oggi giocatori e managers dei Lampi Milano e che scaturisce dal doppio confronto sostenuto ieri con la QVINTA Ravenna nei 30 gradi assolutamente fuori stagione di un Diamante Kennedy arido e velocissimo, flagellato da un sole punitivo ed abbacinante.

Una vittoria nel primo scontro (5 a 3) senza grandi acuti, ed una sconfitta bruciante (4 a 2) nel secondo episodio contro una squadra sulla carta alla nostra portata, che comunque ha dimostrato grande orgoglio e determinazione, giocandosi sino in fondo le proprie carte, finendo per sorprendere una difesa Lampi oggettivamente stravolta e rimaneggiata in seguito ad infortuni (Ruggero totale, Ilaria parziale) ed assenze dell'ultima ora (Rolly e GIOVANNA), ma che tuttavia ha registrato preoccupanti cali di tensione, commettendo svarioni per certi versi inspiegabili dettati da amnesìe, insufficiente reattività e scarso carattere nei momenti decisivi del secondo confronto.

Nonostante l'emergenza, Fabio ed il Genio schierano in gara1 un lineup offensivo piuttosto rodato che vede l'inserimento del Santo Bevitore Briglia come quinto battitore. Sono comunque i soliti ignoti, Mao e Leva, a cantare e portare le croci dei Lampi nelle prime due riprese offensive segnando il primo punto portato a casa proprio dal capitano su un'ottima valida piazzata in interbase dal Coccolo.

La prima fase d'attacco ravennate è caratterizzata da mazze fredde, in barba alla temperatura subtropicale e la solita ottima difesa di Leva e Ruggero, in cui la bella Ilaria comunque denota sensibili progressi ad ogni partita giocata per senso della posizione e sicurezza nei lanci in base.

La gara si spacca nel quarto inning, grazie ad una pioggia di valide dei milanesi che vanno in manifesta in chiusura di quarta ripresa sul 5 a 0. Da segnalare anche la prima valida con arrivo in base del bradipo Briglia, complice anche una provvidenziale interferenza difensiva avversaria che permette all'alcolista anonimo di prendersi quella mezzoretta di tempo per percorrere i 180 piedi che lo separano dal box di battuta alla seconda base, intervallo estenuante in cui arbitri, giocatori e managers delle due formazioni decidono di farsi un paio di briscole e due giri di prosecco offerto da Casa Kennedy.

La QVINTA non si arrrende e si produce in una splendida reazione d'orgoglio nella sesta ripresa: Gaetano e Fabrizio la mettono finalmente in campo  sciogliendosi in veloci corse liberatorie sulle basi che colgono di sorpresa un pacchetto difensivo Lampi forse troppo compiacente e narcisista che si specchia nella prima tintarella di luna di questa prima avvisaglia d'estate.

In apertura di sesta ripresa, dobbiamo purtroppo segnalare un brusco calo di pressione dell'eroico Ruggero, mai perfettamente rimessosi dall'incidente occorsogli a Bologna prima di gara1 contro la Roma in seguito al "fuoco amico" piovutogli tra le reni dal Coccolone in versione terminator. Ruggi non ha comunque mai fatto mancare il proprio apporto, in attacco come in difesa, nonostante la condizione fisica precaria ed anche ieri si è immolato gladiatoriamente al servizio dei suoi Lampi, costretto all'abbandono del diamante solo al superamento della soglia del dolore con conseguente semisvenimento in base. Sangue in arena, avrebbe commentato Ernest Hemingway.

I milanesi riescono in fine a rintuzzare farraginosamente la rimonta della Qvinta e chiudono per 5 a 3 il primo atto della sfida.

In gara2, privati anche dell'apporto "sicurezza" del Rugg, i Lampi sono letteralmente costretti a stravolgere la difesa, nel tentativo di ottimizzare la prestazione degli effettivi disponibili.

Spazio in attacco al Grande Diegone e alla dolce Monellina come quarto e quinto battitore nel tentativo di cavare sangue dalle rape.

La mossa si rivela azzeccatissima nella seconda ripresa, quando diegone mette una valida e sulla successiva battuta in campo del Leva porta a casa il punto del due a zero, seguito a breve distanza dal secondo punto realizzato dal solito impeccabile Maramao.

Nelle prime due riprese offensive ravennati il lineup della Qvinta entra finalmente in ritmo, producendo una pioggia di valide con Gaetano, Fabrizio e saltuariamente col mitico Ale Mancinone che alterna velenose accarezzate appena oltre il filo del fair territory a battute morbide, piazzate tra interbase e terza che sorprendono decisamente Ilaria, Matteo, talvolta persino l'espertissimo Leva.

Arrivano così i punti del pareggio per Ravenna che nel corso di un quinto inning disastroso per i Lampi che probabilmente resterà a lungo nella memoria dei ragazzi allenati dal duodeno Genio Giurlì come un autentico incubo producono l'allungo decisivo sul 4 a 2.

Milano si sgonfia inesorabilmente in attacco: poche valide, lumache ambulanti allo sbaraglio verso le basi, calo di motivazioni che il solo caldo non può assolutamente giustificare.

Anche la sostituzione da ultima spiaggia operata dal Genio che riprova un Briglia ormai cotto a puntino al posto di un Diego che comunque ha pienamente svolto il proprio compito non porta alcun frutto.

Sarà infatti proprio Briglione ad andare irrimediabilmente strike out con due eliminati ed un supplicante Leva fermo in terza a mandare, suo malgrado, gli amari titoli di coda su una prestazione milanese deficitaria, che proietta qualche ombra di troppo su questa torrida giornata milanese e probabilmente sul piazzamento finale dei ragazzi capitanati in campo da Maramao che avrebbero tranquillamente potuto contare almeno su un paio di vittorie in più a questo punto della stagione.

Come osservare, annusare e soppesare quindi l'amaro calice?

Sicuramente mezzo vuoto, opinione del tutto personalissima.

Perchè?

Siamo alle solite: "A tie is like kissing your sister".

Matteo Briglia (Bedeo)

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