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Mi racconto un po' - Esperienza di tiro con l'arco in autonomia.


Ciao a tutti, con la stagione estiva ci sentiamo tutti un po' più liberi di sbizzarrirci in varie attività più o meno amene che il freddo ci impediva un po'.

Oggi mi piacerebbe raccontarvi un po' di come sia riuscito a praticare una bella esperienza di tiro con l'arco in perfetta autonomia.

Sono già un paio di anni che tiracchio con l'arco, cercando di superare uno ad uno tutti i vari problemi tecnici o di postura e del movimento corretto per il tiro con l'arco. L'attrezzatura è molto tecnologica, ma con l'aiuto di tecnici esperti si riesce a gestire facilmente e con ottime soddisfazioni. La postura e la sequenza per il tiro sono a mio parere l'aspetto più interessante, perchè mi pongono quotidianamente a confronto con diversi limiti e problematiche che mi appartengono e che posso spostare, con un lavoro mirato ed attento.

Questo lo trovo molto bello, in quanto mi fa sperimentare la possibilità di cambiare e migliorare, un po' come se riuscissi a trasformare una condizione di disordine e orientarla per ottenere un risultato sempre migliore.

Già tirando anche senza mirino tattile si trovano molti elementi su cui lavorare con esercizi ginnici o di respirazione e di stretching, ma quando si comincia ad usare i mirino tattile è un po' come se ci togliessero le rotelle di sicurezza alla bici e ci sentiamo liberi di tirare in autonomia.

Praticando il tiro con l'arco in una grossa città come Milano bisogna anche fare un po' i conti con quelle che sono le risorse di una grossa città, che più che altro ruoterebbe attorno al lavoro, così non è facile trovare aree attrezzate a portata di mezzi pubblici e proprio per questo motivo che ho provato a sfruttare una grossa opportunità che mi si presentava a soli venti minuti di autobus da casa mia e qualche mese fa mi sono adoperato per potermi iscrivere al Tiro a Segno Nazionale, dove le attività principali sono di tiro con armi da fuoco ed ad aria compressa ma da qualche tempo la struttura ha attrezzato un angolino del proprio parcheggio per il tiro con l'arco.

Le persone che frequentano questa zona lo fanno prevalentemente in modo ludico e per rilassarsi, ma visto che per me era una opportunità più unica che rara ho tentato di andarci anche per allenarmi. Ci sono stato un mesetto fa e l'attrezzatura messa a disposizione era un po' deludente, un solo paglione in condizioni pietose ed una rete di sicurezza un po' troppo piccola.

Quella volta c'erano due signori che tiravano allegramente con semplici archi di legno, con una velocità e precisione piuttosto imbarazzante per me che invece mi accostavo un'attrezzatura di tipo olimpionico seppur minima.

Mentre loro si scambiavano commenti ed ipotesi sulle loro frecce lanciate, per quella prima volta mi limitai a tirare con i suggerimenti che uno di loro mi fornì gratuitamente facendone così un po' conoscenza anche perchè si prestò ad aiutarmi a recuperare le frecce che non si erano piantate nel bersaglio.

Oggi invece le cose sono andate molto meglio. Oltre all'arco mi sono avventurato a portare anche il mio nuovo mirino tattile, che nell'ultimo mese ha subito continue trasformazioni di messa a punto ed esperimenti. Non ero certo di ciò che facevo ed ero anche disposto a non usarlo, dato che quella area può essere frequentata un po' da tutti gli iscritti al tiro a segno e tutto sommato, mi sembra anche ovvio, avrei potuto anche vergognarmi un po' in virtù di un sano orgoglio da disabile. Però questa volta ero anche motivato dal fatto che domenica prossima proverò, per la prima volta in assoluto, a partecipare ad una competizione.

Così, con la massima naturalezza, sono arrivato verso mezzogiorno nel campo di tiro e con molta calma mi sono montato il mirino e poi l'arco, non sono riuscito a fare il riscaldamento muscolare ed articolare consigliabile data la già discreta calura, ma tirava una bella brezza, si sentivano cantare gli uccellini e qualche grillo mentre nessun rumore di auto. Poi c'era il signore dell'altra volta che spontaneamente si è prestato per farmi il primo allineamento del mirino al paglione e mi ha anche aiutato a recuperare alcune frecce andate fuori bersaglio, ma la grande novità era che hanno piazzato un bel paglione nuovo ed integrata la rete di protezione con una moquette piazzata ad arte.

Dopo qualche volé di assestamento riuscivo a tirare tutte le frecce dentro il nuovo paglione, che risuonava quasi come una tavola di legno.

Dopo una mezzoretta sono rimasto da solo, a tirare in perfetta tranquillità; avevo più di un'ora tutta per me, per potermi concentrare provare, è stata proprio una esperienza positiva.

Poi, sarà perchè la gente è un po' annoiata dal piattume/pattume proposto dai media e quando gli capita di scoprire una cosa singolare, come un non vedente che tira con l'arco, si fermano ad osservare in silenzio, è stato così che quattro o cinque ragazzini si sono soffermati a guardare e mi hanno anche recuperato una freccia smarrita. Loro erano lì perche tirano con la carabina ad aria compressa, ma mi hanno detto di essere molto interessati al tiro con l'arco.

E' stato molto bello vivere tutto ciò senza sentirsi ne fenomeni da baraccone ne esibizionisti, ma semplicemente una persona che tira con l'arco, proprio come loro che fanno il tiro a segno, ognuno con le proprie esperienze e limiti, soddisfazioni ed ambizioni.

Francesco Pezzino

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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