RIFUGIO ELISA - UNA GIORNATA INDIMENTICABILE CON PERSONE INDIMENTICABILI
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Sabato 31 Agosto, ore 08.28 io e Davide, Bizzo per gli amici, arriviamo, puntuali come degli orologi svizzeri, a Mandello Rongio nel parcheggio dell’appuntamento. Pensamavo già di essere arrivati per ultimi e invece no, il pullmino del Gruppo Sportivo, guidato dall’altro Davide, il Quadrio per gli amici, arriva un quarto d’ora dopo. Io e Bizzo, arrivati lì, chiediamo dove poter parcheggiare ad un ragazzo, Corrado, e se era proprio lì il posto dell’appuntamento perché non avevamo visto ancora il Pullmino e scopriamo che anche lui stava aspettando i “ragazzi del nostro gruppo sportivo” per la camminata in montagna. Io e Bizzo, ormai col cuore in pace, inganniamo l’attesa facendo colazione in un piccolo bar gestito da una signora tanto anziana quanto cordiale con gli avventori. Un rombo di motore da lontano, una figura bianca slanciata in avvicinamento ... ed ecco il mitico Pullmino arrivare, lanciato più che mai con 9 amici arzilli e pronti per la lunga ascesa.
Nel frattempo arrivano anche le guide dell’Associazione Trekking Italia ONLUS. Francesco, il nostro Presidente, fa un piccolo briefing alle nostre guide e, dopo pochi minuti . . . “Stringete gli scarponi che si parte!”
Beh, gli amici di Trekking Italia non avevano bisogno di molte indicazioni, per loro, abituati ad accompagnare bambini ed adulti in montagna, accompagnare non vedenti è stato pressoché naturale! Ognuno di noi doveva seguire attentamente i consigli esperti di Luigi, Natalia, Elena, Luca, Corrado, Augusto, Pietro e tutti gli altri, di cui non ricordo bene i nomi.
Partenza per il rifugio Elisa alle ore 09.00, sono previste 4 ore di cammino. All’inizio è tutta mulattiera, tenuta in perfetto stato dove si può camminare affiancati, poi sentiero di montagna rocciosa in cui si impone l’andatura in fila indiana. Le fonti di approvvigionamento d’acqua sono poche e, per di più, tutte all’inizio della lunga ascesa. Il folto gruppo si snoda come un serpentone su per i tornanti ed il sole è già alto nel cielo e comincia a farsi sentire. Una brutta notizia mi arriva direttamente dal presidente che annuncia la scomparsa di Alfredo, l’inventore del Baseball per Ciechi in Italia: rimango stupito, mi blocco di scatto e rimango a bocca aperta. Dopo pochi secondi Luigi, un montanaro esperto che ha anche fatto scalate sul Monte Bianco, Himalaya, e altre montagne in giro per il Mondo mi esorta a proseguire nella marcia alla conquista del rifugio Elisa Ed io, come se fosse un vecchio amico, gli racconto il motivo del mio disagio.
“E la troupe che doveva filmarci, dove è finita? Ma è arrivata? Sta già arrancando per la fatica?” “Eppure siamo partiti solo da un’ oretta circa! Possibile che non siano abituati a camminare in montagna ?” Li aspettiamo all’ultimo punto di rifornimento d’acqua, il cosiddetto Ponte di Ferro, e dopo un quarto d’ora Luca, uno degli amici guide, li conduce, spronandoli, verso di noi, già in trepida attesa e pronti a ripartire subito. E così, dopo un breve giro di presentazioni conosciamo Andrea, Guglielmo e Giacomo e subito si riparte.
Il tragitto e lungo, si dovrà salire di 1100 m di dislivello e la maggior parte del percorso è al sole. Durante il cammino io e Luigi ci conosciamo, ci raccontiamo delle varie esperienze di montagna e di lì a poco si chiacchiera, si fanno battute e si ride anche con quelli che ci precedono e con chi ci segue guadagnando sempre più la meta. Il panorama è mozzafiato: le guglie del grignone si stagliano aguzze nel cielo, il sole le illumina a giorno e in alto, come un puntino, si intravvede il rifugio Elisa. Man mano che saliamo il puntino del rifugio si abbassa sempre più e si ingrandisce come in uno zoom di macchina fotografica.
A proposito, oltre ai Cameramen c’è anche un paparazzo, il Bizzo che salta su e giù per rocce come un gatto scattando centinaia di foto come un vero professionista!
Arriviamo alla meta dopo 4 ore di cammino rispettando pienamente la tabella di marcia e, per pranzo, ci viene offerta polenta e formaggio fuso o polenta e scaloppine o pasta al pomodoro: il rifugista ha un bel cane meticcio che si aggira fra il gruppo e fa conoscenza con Ali, un Labrador guida, compagno fidato di Donato.
“E i Cameramen? Sono stramazzati lungo il percorso? Qualcuno li ha visti?” Dopo mezz’ora circa eccoli arrivare esausti e sfiancati dalla salita. Ma, come tutti, devono scendere anche loro e quando gli annunciamo che altre 4 ore li attendono storcono il naso e lamentano i dolori più strani! E, infatti, decidono di partire mezz’ora dopo, non quindi alle 15.00 come tutti noi, ma stanno a riposarsi su delle sedie sdraio lì fuori il rifugio.
Anche la discesa procede senza intoppi, mano sullo zaino di quello davanti e via, saltando gradini, scendendo per i pendii e, di tanto in tanto, facendo piccole soste per rinfrescarci con un po’ d’acqua. Anche i Cameramen ci raggiungono e ci seguono fino ad un certo punto dove ci chiedono di salire per un tratto e poi ridiscendere per consentirgli di fare le riprese per un documentario che stanno realizzando per il centosettantesimo anniversario dell’Istituto dei Ciechi di Milano.
Durante la discesa il sole si specchia sulle rocce regalandoci un altro panorama da urlo e gli amici di Trekking Italia ci raccontano di vari viaggi che hanno fatto ed organizzato in giro per il mondo: pensate, si sono spinti fino all’estremo Sud del Mondo, nella terra del fuoco e stanno organizzandosi per andare alle isole Svalbard, all’estremo Nord: sono davvero dei ragazzi in gamba pieni di energie e, soprattutto, spontanei e amanti della natura e dello stare insieme!
Arriviamo alla partenza alle ore 19.00 ancora una volta rispettando la tabella di marcia: le gambe sono un po’ sofferenti ma la giornata è stata bellissima, intensa di emozioni e piena di belle persone!
Grazie, a tutti gli amici, a Trekking Italia, per averci regalato una splendida giornata in vostra compagnia!
Un abbraccio a tutti e a presto!
Diego Chiapello
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