Un'oasi di danza del ventre
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Il prossimo 25 giugno, presso l'Istituto dei Ciechi di Milano in via Vivaio 7, avrà luogo un evento particolare:
Donne con handicap visivo e non, vi proporranno alcune coreografie di danza orientale.
La danza orientale, ultimamente ha preso piede e viene praticata in diverse palestre anche della nostra città, ma non tutti hanno un'idea chiara di cosa possa essere e di come si svolge, nonchè delle origini di questa forma d'arte, apparentemente lontana dalla nostra cultura.
Infatti, la danza orientale ha origini molto antiche, è praticata dalle donne, anche se vi sono forme di danza maschili, perchè sia in senso religioso che esoterico, simboleggia la fertilità.
E' nata e si è diffusa appunto in medio oriente in un'area geografica che si estende dalla Turchia all'Egitto, comprendendo i paesi del Mahgreb, Siria, Libia e Libano.
Veniva praticata nelle corti principesche, ma esiste anche una forma di danza popolare, eseguita nei villaggi e tra le popolazioni nomadi e talvolta era anche una forma di richiesta di elemosina.
Le donne giravano di villaggio in villaggio e dopo l'esibizione venivano lanciate loro piccole monete, che cucivano sulla cintura, la stessa cintura che poi viene usata anche da noi per ballare!
Furono i soldati dell'esercito napoleonico che portarono in Francia e in Inghilterra questo tipo di danza.
Queste nazioni molto puritane però, la consideravano erroneamente peccaminosa, addirittura danza del demonio, tanto è vero che i movimenti sinuosi del bacino, venivano fraintesi come incitamento alla prostituzione.
Negli anni 30 e 40, grazie agli spettacoli di cabaret, si diffuse in Europa ed America e dagli anni 90 viene praticata in tutto il mondo.
Questi SON GIUSTO ALCUNI DATI ESPRESSI IN MODO SEMPLICE E POCO APPROFONDITO, PER TRASMETTERE ciò CHE STIAMO FACENDO E COSA VI PROPORREMO IL 25 GIUGNO.
Ma dove sta la particolarità e la peculiarità del nostro danzare?
Sinceramente fino ad ottobre, data in cui è iniziato il nostro corso, io e le compagne danzatrici non credevamo che donne con handicap visivo potessero esprimersi tranquillamente in questa forma di danza, basata sicuramente sulla musicalità e sul sentire il tempo e il ritmo della musica orientale, ma anche sulla gestualità, sull'espressività del corpo e del viso, apparentemente impossibili da percepire da parte di chi non vede.
Questo problema è stato risolto, direi neutralizzato dalla tecnica "touch and feel", ideata dalla nostra insegnante Tanja Gallino.
Il nostro apprendimento si fonda infatti sia sulla spiegazione verbale, sia su quella tattile. Ad ogni nuovo passo, Tanja passa tra noi, tocca il nostro corpo e fa toccare il suo, cosicchè noi possiamo a nostra volta creare collegamenti diretti tra corpo, movimento ed elaborazione mentale.
Scogli a volte difficili da superare, ma vi assicuro, che una quindicina di ragazze di tutte le età, saranno in grado di mostrarvi coreografie decisamente complesse!
Saremo vestite con costumi tipicamente mediorientali, di diversi colori, ed useremo il velo, molto importante per la donna mediorientale, non solo per coprirsi, ma anche per svelarsi.
Il velo volteggerà nell'aria e si legherà al nostro corpo, coprirà e rivelerà i nostri volti, regalando energia positiva e creando atmosfere gioiose e sensuali.
Ma abbiamo fatto un passo in più:
Non balliamo solo per noi stesse, e per voi che verrete a vederci, balleremo anche per sostenere l'opera di una donna semplice e straordinaria, "Nucci" che opera in una scuola per bambini e ragazzi ciechi ed ipovedenti. del Kenya.
Ci sentiamo talmente unite che anche a distanza ci siamo innamorate di questi bimbi, (che) addirittura alcune di noi, ne hanno adottati a distanza.
Monica Nolli
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