appunti di Viaggio - Eilat
Milano, 2 maggio 2012
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Eccoci anche quest'anno io e Claudio, alla nostra settima stagione a livello internazionale.
Dopo diversi mesi di intensa preparazione, giovedì 19 Aprile siamo all'aereoporto di Malpensa pronti a partire per Israele.
Gli ultimi quindici giorni prima di partire non mi sono potuto allenare,
Purtroppo ho passato diverse ore in ospedale:
prima il ricovero per due giorni di mia moglie e subito dopo mia figlia di 18 mesi ricoverata per dieci giorni per broncopolmonite,ma fortunatamente tutto si è risolto nel migliore dei modi e sono riuscito a partire.
I miei problemi familiari e alcuni impegni lavorativi di Claudio,ci hanno costretti a partire il giorno dopo la delegazione Italiana.
Arrivati in aeroporto abbiamo scoperto come è difficile entrare in Israele.
Già arrivati al check-in,con molto garbo e gentilezza io e Claudio veniamo assaliti da numerose domande da un funzionario aereoportuaale israeliano, nonostante l'inutilità di tanta insistenza e la nostra perplesità a tutto cio, la loro risposta è stata:
"State andando in Israele non in un altro paese".
Intanto ci vengono aperti i nostri bagagli, per ben tre volte prima di salire sull'aereo. dopo circa un ora di controlli riusciamo a imbarcarci.
Atterrati a Tel Aviv, incontriamo Sergio, atleta italiano del paratriathlon, con il quale continuiamo il viaggio, per Eilat.
Recuperiamo i nostri bagagli ed eccoci al check-in.
Con nostro stupore, si ripetono gli stessi controlli e le stesse domande.
Cerchiamo di spiegargli che già a Milano ci eravamo sottoposti ai loro controlli.
Nonostante il loro disinteresse ci rassegniamo e dopo circa un ora riusciamo ad imbarcarci.
Arrivati a Eilat capiamo subito, che il nostro abbigliamento " milanese" non è idoneo al clima estivo che troviamo appena usciti dall'aereoporto.
Arrivati in albergo Notiamo che rispetto alle altre trasferte, l'atmosfera è cambiata.
Da quando il paratriathlon è stato riconosciuto sport paraolimpico, l'organizzazione è cambiata in meglio.
Veniamo accolti da Simone, tecnico del paratriathlon che ci dà il benvenuto, illustrandoci il programma dei giorni seguenti.
Dopo aver salutato i nostri compagni di squadra, ci concediamo, prima di coricarci, due passi sul lungo mare di Eilat
Il primo giorno è stato impegnativo con una sgambata in tandem, per provare il mezzo meccanico, conseguentemente due bracciate in acqua nel pomeriggio.
Giunto il sabato , ho dovuto marcare nuovamente visita presso la commissione Paralimpica per essere classificato nella categoria prevista dai regolamenti che è la TRI6, nonostante fossi già stato classificato nel 2011.
Con mio enorme stupore, Claudio si accorge e mi fa notare che tutti gli atleti classificati tri6 sono ipovedenti, quindi io unico non vedente totale in gara.
Arrivato il giorno della gara, (partenza prevista ore 13.00), come i giorni precedenti il vento era molto forte con una temperatura di 35 gradi.
Posizionato il tandem in zona cambio, cerchiamo un Po d'ombra in attesa della partenza, Indossiamo la muta e facciamo due bracciate di riscaldamento.
Dopodiché ci posizioniamo sotto un ombrellone per ripararci dal forte sole, nell' attesa dello start, a tutti gli atleti viene continuamente data acqua fresca.
Ore 12:50 tutti gli atleti, vengono chiamati e presentati con nome, cognome e nazionalità.
Ore 13.00 un colpo di cannone e via, partiamo subito forte, sento che sto nuotando bene, ma alla prima boa non capendo se una gomitata o un calcio, mi manca il fiato.
Cerco di resistere, ma vado sempre più in ipossia, legato a Claudio, tiro la corda e ci fermiamo, lui mi conforta e ripartiamo con notevole distacco dagli avversari.
Giunti in zona cambio, l' israeliano poi terzo è subito dietro di noi, ma nel recuperare il suo tandem, fa cadere il nostro e il vento ci porta via un casco, perdiamo tempo prezioso e partiamo quinti.
La rabbia è tanta ci accorgiamo subito che l'inglese (poi primo) e il serbo (poi secondo) sono irrecuperabili.
Claudio mi incita a non mollare il vento sempre più forte, in un giro diboa una folata di vento ci rende instabili, facendoci rischiare una caduta.
I kilometri passano e il nostro distacco dal terzo e dal quarto diminuisce.
Arrivati in zona transizione il distacco è minimo.
Partiamo di corsa e in 50 metri Siamo in tre a contenderci la medaglia di bronzo.
Corriamo circa 1 km. Tutti assieme, Assetato chiedo a Claudio un po d'acqua, perché non ero riuscito ad idratarmi (errore che risulterà determinante). Correttamente durante la frazione in bici. Mi fermo giusto il tempo di sciacquarmi la bocca e bagnarmi la testa e cerco di ripartire ma le gambe sono diventate due pezzi di legno .
Claudio mi sprona, mi incita, riparto ma niente, le gambe sempre più dure e il passo sempre più pesante, e il sogno di ripetere il terzo posto del 2011 svanisce a 4 km dalla fine.
Purtroppo la delusione è tanta ma lo sport è fatto anche di questo, un quinto posto con tanta delusione. e rammarico.
Siamo stremati il tempo di mangiare qualcosa e passare dal medico per la misurazione del lattato, che risulterà 9.1.
Recuperiamo le nostre cose e torniamo in albergo, il tempo di una doccia e andiamo a festeggiare i nostri compagni saliti sul podio.
Il giorno dopo sveglia alle 05.00 per rientrare a Milano.
Il viaggio di ritorno causa errore dell'agenzia di viaggio, noi e altri della delegazione siamo costretti a stare sei ore in aeroporto a Tel Aviv.
Un ottima esperienza sportiva, il tutto è cambiato rispetto alle nostre prime gare internazionali, seguiti e consigliati prima, durante e dopo la gara.
Una grande delusione per la gara, un viaggio che non dimenticherò soprattutto per gli asfissianti controlli e le diverse ore passate in aeroporto a Tel-Aviv..
Grazie a Claudio, il tecnico Simone e tutta la federazione si respira tutta un'altra aria.
Alberto Ceriani
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