Una regata da ricordare
9 Giugno 2012
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Oggi si parte per una gita in barca a vela, sul lago Maggiore. Il ritrovo è previsto per le 8.30 davanti all’istituto dei ciechi di Milano. Siamo 13 partecipanti. Dopo circa un quarto d’ora, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Lesa, una località nei pressi di Arona, dove ci attendono gli amici dello Yacht Club Arona con le loro barche.
Dopo una piccola colazione e una breve visita ad un mercatino, ci avviamo verso il pontile. Il tempo è piuttosto incerto, ma siamo comunque attrezzati per ogni evenienza. Le barche sono numerose e io salgo su una chiamata “Edel”, insieme a Francesco e ad altri 2 velisti.
È mezzogiorno, e partiamo alla volta di Belgirate, dove partecipiamo alla regata “una vela per la vita” che ha inizio verso le 13.30.
Arriviamo puntuali al ritrovo: le barche sono circa un centinaio, ci disponiamo sulla linea di partenza attendendo lo squillo di tromba che dà inizio alla regata. Ore 13.30: si parte al suono del segnale convenuto. I 2 velisti, Carlo e Michele, mettono immediatamente Francesco e me all’opera, (mica siamo venuti qui per prendere il sole!). Francesco si occupa di “cazzare la randa”, ossia tendere la vela in modo più o meno stretto a seconda del vento, io invece devo manovrare il timone, “poggiando” o”orzando”, come si dice in linguaggio velistico, ossia allontanando o avvicinando la barra del timone oppure raddrizzandola, secondo la direzione del vento. Per me è la prima volta che manovro il timone di una barca a vela, non conosco nemmeno il linguaggio tecnico che viene utilizzato, quindi devo attenermi scrupolosamente alle istruzioni dei miei compagni di barca. Spesso sbaglio le manovre, perché devono essere ogni volta diverse a seconda del vento, e io spesso sbaglio tipo di operazione, ma, nonostante tutto, Michele e Carlo dicono che per essere la prima volta, vado abbastanza bene! Da non credere! Il tempo cambia in continuazione, prima un sole che ustiona, poi un freddo e un vento terribili, infine una pioggia scrosciante, che mi costringe a scendere in coperta, altrimenti mi bagno tutta! Concludiamo la regata alle 18 circa, stanchi morti, un quarto d’ora prima del tempo massimo stabilito dalla giuria; siamo soddisfatti però del lavoro svolto e dal risultato ottenuto, anche se altri sono arrivati prima di noi! Giunti al pontile d’arrivo, si riparte alla volta di Milano. Abbiamo passato così una piacevole giornata, un po’ faticosa, ma abbiamo vissuto esperienze mai fatte prima; è stato un modo per ritrovarsi e condividere momenti rilassanti e di svago insieme. Spero di poter ripetere l’anno venturo questa bellissima esperienza!
Giovanna Tamagnini
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