Il racconto della settimana bianca di Predazzo
6-13 GENNAIO 2013
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Suspence! Si parte, o non si parte, per la mitica settimana bianca? La sera prima della partenza, Giovanna, addetta all’organizzazione, ci comunica che il pulmino che ci doveva portare a Predazzo, si è guastato e perciò bisogna immediatamente trovare un altro pulmino, oppure un’auto a noleggio. Ci fa sapere che per il momento non si riesce a trovare nulla, ma che in qualche modo il problema verrà risolto. Dopo un’ora di trepidazione ed incertezza, veniamo a sapere che il pulmino è stato trovato; si tratta di un mezzo appartenente al cip (comitato italiano paralimpico) della Lombardia e che Elisabetta e suo marito ci verranno a prendere a Milano, dato che il pulmino può portare solo 5 passeggeri più il bagaglio. Domenica finalmente si parte, con due ore di ritardo rispetto al previsto, ma…si parte! Il viaggio si svolge tranquillo, senza particolari intoppi. Giungiamo a Predazzo e l’hotel “Rosa” ci accoglie sempre con molta cortesia, ormai siamo di casa. Verso le 4 circa, ci troviamo per noleggiare l’attrezzatura; ci rechiamo sempre nello stesso negozio, tanto che ormai l’addetto al noleggio ha segnato le misure di ciascuno di noi.
Quest’anno siamo 9 fondisti e 3 discesisti . Per quest’anno, le guide che ci accompagneranno, saranno solo poliziotti e Carabinieri dato che i finanzieri non possono venire con noi!!! Possiamo contare anche su 5 guide (Fabio, Marco, Riccardo, Marco e Alfio) che, molto generosamente, hanno deciso di impiegare le loro ferie per seguirci sulle piste. A loro va un ringraziamento speciale.
Dopo aver consumato un’ottima cena, ci riuniamo per assegnare a ciascuno la propria guida che resterà con lui per tutta la settimana. Lunedì cominciano le nostre avventure sulle piste di Lavatzè, ma, purtroppo, dovremo sciare solo la mattina poiché il pomeriggio tutti i poliziotti dovranno partecipare al funerale di 2 colleghi, morti sotto una valanga. Si recano alla funzione anche 3 di noi, in rappresentanza del nostro gruppo. Ci verrà riferito in seguito che alla cerimonia funebre ha partecipato tutto il paese di Varena, che si è stretto tutto intorno alle 2 famiglie, per portare conforto e per far sentire la propria vicinanza ed amicizia fraterna; anche chi non conosceva personalmente i 2 poliziotti, ha versato lacrime di commozione. Martedì si riprende a sciare, le nostre guide con la tristezza nel cuore, ma sempre pronte a sorriderci e a darci una mano nel momento del bisogno. All’ora di pranzo, ci ritroviamo tutti al ristorante “Dolomiti” per gustare i suoi favolosi e abbondanti piatti. Ormai siamo di casa anche qui, poiché è diventata una tappa fissa di ogni anno per ristorarci dopo le fatiche della mattinata.
La sera, a tavola, ognuno racconta la sua giornata e i discesisti, ci riferiscono delle loro sciate con le guide, a cui si è aggiunto Riccardo, arrivato con noi da Milano e che per la prima volta, partecipa alla settimana bianca insieme a noi.
Le giornate trascorrono faticando e sudando, ma con tanta allegria; una delle guide, Giovedì, porta persino la chitarra e, dopo pranzo, ci allieta con le canzoni tipiche di montagna, alcune persino nel dialetto locale. Il sole ci ha sempre accompagnato, durante tutta la settimana, garantendoci piste e paesaggi indimenticabili. Arriva Sabato. Purtroppo è l’ultimo giorno di sciate e mangiate. Dopo le fatiche, dobbiamo prepararci per la cena con le nostre guide. Quest’anno, la cena verrà organizzata dall’hotel, diversamente dagli altri anni. Viene preparata una cena gustosissima e ricchissima: spazle, risotto con speck, polenta e cervo, stinco, costine con funghi, wùster e crauti e, per dessert, un delicatissimo sorbetto di yogurt con frutti di bosco. Tutto è squisito, perfino la grappa, che anch’io assaggio. Alla fine della cena, Giovanna ringrazia tutte le guide per la loro disponibilità e pazienza e consegna a ciascuno una bottiglia di grappa. Anche Francesco, presidente del nostro gruppo, tiene un breve discorso ribadendo che senza le nostre preziose guide, la settimana non potrebbe riuscire. Poi si canta, dato che Deja, uno dei poliziotti, ha riportato la chitarra con cui ci aveva allietato al "Dolomiti" di Lavatzè. Domenica. Ci svegliamo alla solita ora, ma non per tornare sulle piste, ma per ripartire alla volta di Milano. Facciamo colazione con la tristezza nel cuore, pensando che ormai la settimana è trascorsa. Persino il tempo sembra essere triste, perché non splende il sole, ma cadono leggeri e silenziosi fiocchi di neve; come se il sole volesse dirci che, dato che partiamo, vuole nascondersi e non uscire a riscaldare le piste senza di noi. Non ci resta che attendere il prossimo anno per poter tornare fra queste montagne e riprendere le nostre avventure sulla neve!
Giovanna Tamagnini
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