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1 - 4 luglio 2017, Nordic Walking del GSD.
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Superman contro Ammazzasette! Ma alla fine il conto si ferma a sei e mezzo, e vince il nostro Superman in incognito.
Stiamo per partire. Siamo partiti. Stiamo arrivando! Predazzo, preparati. Ma magari preparati con un po' di sole, perchè il meteo ci prospetta una settimana di nubifragi e siamo tristi. Però... a Milano c'è sole, in autostrada c'è sole, vuoi vedere che...
Ah, ecco: a Predazzo piove, e sul serio!
La macchina di Giorgino e il pulmino di Davide scaricano 13 gitanti e relativi bagagli, un po' di corsa ci rifugiamo in albergo mentre i ragazzi, poveri, sbagagliano prendendosi anche la nostra dose di acqua... Come siamo generosi a lasciargliela!
Anche se è meravigliosamente poetico, tintinnantemente fascinoso, cullantemente morbido sentire la pioggia notturna sull'abbaino che illumina la nostra bellissima stanza mansardata stile Heidi, speriamo che ora di domani mattina la poesia, il tintinnio e la morbidezza lascino il posto a un amichevole e possibilmente caldo sole di luglio!
Mattina: campane e rondini, e sole dall'abbaino, e anche fuori!
Ovviamente prima di tutto una sostanziosa colazione: non vorremmo mai che a metà camminata ci fosse un calo di brioche, un calo di torta, un calo di pane e affettati... Insomma noi ce la mettiamo tutta. Ma un attimo... Possibile? Il Sant'Ambrogio non è il sant'ambrogio! E' Superman! La maglietta di stamattina lo rivela chiaro, e noi per tutti questi anni non abbiamo sospettato niente! Meglio di Clark kent. Be io a questo punto non gli darei neanche le brioche, tanto non gli servono e ce ne sono di più per noi, così impara.
Quindi ora siamo pronti per la nostra prima passeggiatona, quella che ci dirà se le nostre gambine da cittadini funzionano ancora e i nostri polmoni da cittadini riescono a respirare aria invece che smog; direzione Salanzada. Ci piace Salanzada, ci siamo andati già un po' di volte e abbiamo dei bellissimi ricordi della tavola che ci aspetta...
Bastoncini ai piedi e scarponcini in mano... No, così non funziona, meglio il contrario... Insomma quando è tutto al giusto posto, poliziotti e cani e amici e parenti compresi, si parte!
Perchè quando ci nominano una passeggiata ci ricordiamo sempre la tavola, e mai la salita che ci vuole per arrivarci? Come facciamo a opporci se non ci ricordiamo mai la faticaccia? Ci mettete degli allucinogeni nel cibo?
Vabbè, ddopotutto ce la siamo cercata noi...
La prima parte è tutta un sentiero nel bosco, in verità davvero agevole, non c'è tanto da stare attenti a dove si mette i piedi e le chiacchiere si sprecano, possiamo raccontarci dopo tanto tempo che non ci vediamo... Ok, solo da gennaio, ma troviamo sempre da raccontarci, almeno fino a che non comincia sul serio la salita. Mannaggia alla salita... Prima che finisca la salita finisce il fiato, vabbè, si può stare anche un po' zitti, almeno nel gruppo delle retrovie, il gruppo dei primi è sparito da mo' in maniera vergognosa, compresi i genovesi che quest'anno sono due invece che one, Antonio più Salvatore, e non vale mica che vanno così veloce, e magari stanno pure ancora chiacchierandosela!
Ecco che arriviamo al bivio dove comincia la variante lunga: Lo scorso anno l'abbiamo fatta, ma ovviamente mica ci ricordiamo quanto è davvero lunga. Però ci ricordiamo che la Giovina l'aveva scampata, quindi quest'anno dovrebbe farla almeno due volte. Vabbè, facciamo una; e ci portiamo anche Chiara, dopotutto visto che il suo soprannome è orso Yoghi, non può mica evitare questa che è proprio la "Variante dell'Orso"! Certo che è un po' che non la vedevamo camminare con noi, è bravissima.
Con Alberto ci fermiamo a qualche bivio per controllare che chi sta dietro non sbagli strada; vi piace la scusa? Chissà perchè quando poi la salita finisce, invece di fermarci e aspettare, lasciamo delle ingegnosissime frecce fatte con dei rametti sul tracciato.
Ma come nessuno le ha notate? Nessuno ha fatto la Giovane Marmotta da piccolo?
Comunque nessuno si è perso, quindi niente rimorsi. Non siamo riusciti a perdere neanche Diego, nonostante abbiamo chiesto a Martin, diciassettenne in gambissima ma figlio di poliziotto e quindi non traviabile.... di lasciarlo da qualche parte, così, tanto per dare un po' di brivido alla cosa! Magari domani ci riproviamo.
Verso la fine della variante ci sono due begli abeti antichi da abbracciare, guarda come sono contenti che siamo passati a salutarli! Un punto a favore degli allucinogeni...
Finalmente ci riuniamo tutti alla famosa tavola, ma cavolo, noi abbiamo una fame orsa e qui ci mettono un sacco a servire!
Chiara giustamente rimarca di come Angela le abbia tirato il collo per fare la discesa a tempo di record, e poi le tocca aspettare un'ora per un tagliere. Per fortuna la compagnia è bella, basta stare attenti che non ti freghino la pappa quando arriva, i grissini e il pane sono spariti a tempo di record.
Alle 3,15 abbiamo finalmente finito di mangiare, e,come da meteo, piove.
Vestiamo le nostre fascinosissime mantelline e partiamo, mica ci ferma un po' di pioggia! Che poi è anche davvero poca, giusto per sudare sotto la plastica.
Ma non possiamo certo lamentarci per il clima di oggi!
Siamo orgogliosi, le gambine dei cittadini stanno abbastanza bene; ma no, dai, i tre piani per arrivare alla stanza non li facciamo a piedi, che cosa lo ha messo a fare l'ascensore Renato? Mica che poi si offenda... La cena e una notte di sonno e siamo già pronti per ripartire!
Domenica.
Oggi ci portano a Pampeago e a Passo Feudo.
E qui siamo un po' preoccupati, perchè la Tresca dopo averla fatta col sole e con le nubi ce la ricordiamo bene: subdolamente ci propongono una variante nuova nuova, ma proprio noi dobbiamo collaudarla? C'è almeno il baracchino dei gelati a metà strada?
Ggiu dal pulmino l'aria fredda crea qualche scompenso ai freddolosi, in effetti solo alla Coccolina, e rallegra gli altri, traditori!
Ma Chiara e giovina salgono di qui? Il sentiero è gustosissimo, ma bisogna andare in fila ed è anche bello ripido oltre che sassoso e radicioso!
Ah, ormai non le ferma più nessuno; ci siamo proprio tutti, anche Luca e anche Superman sempre in incognito, ma se fa queste cose lo sgamiamo!
Sbuchiamo dal bosco e l'aria fredda si diverte anche di più, ma ormai devo dire che le nostre guide sono riuscite a farci scaldare.
Il gruppo veloce come al solito schizza avanti, non è che poi arrivano prima al baracchino dei gelati e li finiscono tutti? Asociali!
Ora siamo su una strada forestale, e Alberto dice che comincia la salita; come comincia, e prima cos'era?
Costernazione, scetticismo, disillusione... Insomma, spianerà prima o poi. O poi. In effetti, molto poi! Arriviamo all'incrocio per la Mair Alm; La discesa ancora non c'è, e neanche il baracchino dei gelati non c'è, in compenso c'è una specie di bussola che indica vari tipi di cibi montanari e un librone di ricette incatenato al suo supporto. Non ci sono neanche energie sufficienti a farsi venir fame!
Colonne di sassi ingabbiati, lasciati dai gitanti a ricordo dell'impresa. Non sono proprio bellissimi, ma cominciano a essere di moda da queste parti.
Continuiamo a salire, e il gruppo si divide: i furbi fanno il giro un po' più veloce.
Giacomo mi manda senza dubbi sul lungo... Com'è che lui e la Giovina fanno il corto! Non è che sono lì i gelati?
La salita non lascia respiro, e noi che avevamo pensato che la Tresca fosse tremenda!
L'aria fredda non riesce ad asciugare il sudore.
Se non muoio oggi...
Alberto da vero amante delle sue montagne spiega a Davide il panorama che ci circonda: -Vedi laggiù? E' la che dobbiamo arrivare. - Com'è 'sta cosa che la nostra meta è sempre laggiù, laggiù... Finalmente scolliniamo, i prati con i primi rododendri accanto a noi adesso vanno miracolosamente in discesa!
Voci di persone che vanno e vengono, bella forza, come niente sono pure arrivati in auto! E i nostri che sono già accomodati a rifocillarsi.... Per ora niente fiato per gli insulti, ce li teniamo per dopo.
Com'è che la discesa è sempre meno della salita prima o poi qualcuno ce lo spiegherà.
Per ora ci consoliamo con il menù, con la testa nelle costine o nella polenta dimentichiamo gli affanni!
La discesa comincia impegnativa ma con lo stomaco pieno si rotola meglio... Ehm. Una sosta per assemblarci: Asia, Martin, Emma, Samuel e Davide, età massima 12 anni, che tutti i giorni si sciroppano le nostre stesse passeggiate in compagnia dei loro papà poliziotti e delle loro mamme coraggiose.... Stanno saltando come matti su un tappeto elastico! Ci vergognamo di essere sbrandati al sole su una sdraio?... Anche no.
Ragazzi, a domani!
A cena scopriamo un nuovo talento di Davide pulmino: qqualche mosca ronza ignara intorno ai nostri piatti, fino a che il Salvanel, lesto come un Salvanel, le spiaccica con le mani! Quando la mosca finisce nel piatto la povera Petra ci resta un po' male... Questa cameriera carinissima ci conosce da tanto ormai, ci vizia portandoci al tavolo piatti sempre succosi, forse anche perchè il coccolino quando gli porta via il piatto vuoto le ringhia che ne vuole in cambio uno pieno. Ma basta prenderla in giro che se no non ci torna più da noi!
Lunedì. Sadole!
Oggi partiamo su un sentiero in un bosco bellissimo: non c'è Alberto ma Mariachiara, altra diciassettenne un bel po' sopra la media, tiene un bel passo. Dobbiamo stare in fila e ogni tanto il sentiero si incattivisce e ci fa rallentare. Torrenti dappertutto! La voce dell'acqua è fatta di mille voci, canta sui sassi, borbotta nelle pozze, tintinna sulle cascatelle; almeno quando le chiacchiere del Coccolino non la coprono...
Quasi senza accorgercene sbuchiamo sui pratoni vicino alla malga; Vuol dire che siamo così in forma? Un bel gruppo continua facendo lo slalom tra le cacche di mucca sul sentiero che prosegue oltre, visto che è presto.
Abbiamo fatto proprio bene: Mariachiara si ferma incantata da un tappeto di farfalle nere a puntini colorati, appoggiate nella ghiaia, e sul dito di Giorgino!
Cavalli che pascolano a lato strada, non si può mica non coccolarli. Alla fine torniamo, ci aspetta un pranzo comunitario di polenta, carne, funghi e formaggio. Sicuramente nessuno resta affamato.
Davide non lo riconosciamo proprio più. Una volta era un bravo ragazzo, non avrebbe fatto male a una mosca... Anche qui riesce a fare bottino, però arriva solo a sei e mezzo, niente patentino da "Ammazzasette"!
Così la sera per consolarlo Salvatore e Antonio con il Coccolino, Giorgino e Diego, se lo portano allo storico pub Poldo per una birra. Ehi, cosa sono queste abitudini dissolute? Non fate mica tardi che anche domani si cammina!
Martedì. Ecco, lo avevamo detto noi, se Martin lasciava Diego nel bosco ci stavamo in auto! Maso dello spek più trincee.
Anche oggi i veloci scappano, ma che cavolo, il prossimo anno chi arriva primo paga per tutti! Si può andare direttamente al Maso e proseguire per un po', oppure allungare per le trincee.
Non le abbiamo mai viste e poi siamo in formissima, quindi ovviamente ci andiamo.
Il Sant'Ambrogio deve fare il giro corto, altrimenti anche qui rischia che scoprono che è Superman!
Dobbiamo fare un po' in fretta perchè il tempo stringe, altrimenti sarebbe stato interessante farsi raccontare la storia di questi luoghi. Ma il tempo per farsi raccogliere un bel po' di fragoline dal mitico Giorgino lo troviamo!
Per accelerare apriamo un sentiero dove nessuno è mai passato prima... Divertente!
Poi di gamba sulla strada diventata bianca, e come da stima alla una siamo al Maso.
Ci mettono un sacco a servirci anche qui, e poi perchè si mangia all'ombra? Cosa lo abbiamo chiesto a fare il sole? Stavolta non ho freddo solo io! Per fortuna qualche minuto sulla sdraio al sole ci scappa anche qui.
Ma, come al solito, l'ora dei saluti ci salta addosso. Il gruppo deve ripartire per Milano, ci dispiace: Salvatore e Antonio ormai li consideriamo dei nostri, Giovina e Chiara e Luca, e il Sant'Ambrogio e Annalisa e Luciano ormai sono vecchie conoscenze.
Consoliamo Davide, dai che di mosche ne trovi anche a Brugherio!
Quest'anno siamo in tre a restare, c'è anche Diego con i Coccoli... Ma sulla macchina che ci deve riportare a Predazzo ci stiamo solo in due...
Ecco, lo avevamo detto a Martin che Diego lo doveva lasciare nel bosco!
Saluti a Bruno, Roberto, Simona, Andrea, il grande capo nuovo Giacomo e Alberto con tutta la sua famiglia che nonostante la pensione fresca fresca non ci ha lasciato da soli sui monti.
da soli, si fa per dire, perchè forse mai come in questo posto meraviglioso, tra queste montagne sempre fantasticamente uguali e sempre stupendamente diverse, ci sentiamo a casa ormai da anni e circondati da un sacco di amici!
E, ovviamente, per chi c'era, e per chi quest'anno non è potuto esserci, appuntamento per tutti all'anno prossimo!
Angela Bellarte
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