Il racconto dei Mondiali di blind tennis
23 - 29 Settembre 2024
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Cala il sipario sull’IBTA World Championship 2024, in scena dal 23 al 29 settembre scorso al Bella Italia Village di Lignano Sabbiadoro, che ha sostanzialmente decretato il trionfo di Argentina e Australia sulla nutrita concorrenza rappresentata da oltre dieci nazioni iscritte alla manifestazione.
Nella categoria B1 infatti, il successo è andato all’argentino Gabriel Caparros che si è imposto sul giapponese Harofumi Shiozawa al termine di un incontro davvero spettacolare, chiuso solo al super tie-break per 10 punti a 8.
Qualche ora prima, era stata la splendida Rosana Lescano ad accendere il colorito tifo argentino al Palasport del Bella Italia, imponendosi autoritariamente sulla Campionessa mondiale uscente, la nipponica Yumi Yokota.
Il sogno mondiale dei nostri b1 si ferma invece ai quarti di finale: Briglia ha dovuto inchinarsi alla mobilità atletica ed al tennis frizzante del sedicenne messicano Jonathan Yanez, di cui Matteo potrebbe tranquillamente rappresentare il nonno mansueto regala-caramelle, mentre Luca Parravano si è imbattuto già agli ottavi nello scoglio pakistano Naqi Rizvi, l’attuale numero 1 al mondo.
Ottime le prove delle nostre ragazze che tuttavia non sono riuscite a superare la fase a gironi: Filippa Tolaro, condizionata da una condizione tuttaltro che ottimale, è stata sconfitta da rappresentanti polacche, inglese ed irlandesi decisamente più preparate, mentre Mariarosa Scotton ha venduto cara la pelle, inserita in un girone di ferro con la giapponese Yumi Yokota, campionessa del mondo uscente, battuta solo in finale da Lescano, insieme alla fortissima polacca Magdalena Giecewicz, andata a bronzo.
Da segnalare inoltre le prestazioni maiuscole dei nostri amici bolognesi e sardi: Mentre Gianvincenzo Serra non è riuscito a passare la fase a gironi, denotando per altro progressi tennistici incoraggianti, Tonino Daga si è fermato ai quarti, piegato proprio da Caparros, mentre la corsa di Giancarlo Berganti e Massimo Drei si è interrotta agli ottavi.
Pioggia di medaglie anche per la delegazione australiana nelle categorie ipovedenti, , al netto di una classificazione a dir poco discutibile, rilasciata ai canguri down under ad oltre 16200 km, per altro non ratificata, né confermata in suolo Italico dalle commissioni preposte alla vigilia del Campionato.
E chi ha avuto l’onere e l’onore dell’ospite ospitante invece??? la bella italia appunto? Che ha combinato? Bene ma non benissimo, a nostro modesto parere, al netto di entusiasmo, proseliti istituzionali e strombazzamenti fispic, guidati dalla squillante fanfara del Presidente Sandro Di Girolamo.
Bilancio azzurro che può comunque fregiarsi di un argento vivo più che lusinghiero, conquistato dal tenace Luca Peruzzo nella categoria B3, sconfitto dall’Australiano Michael Leigh, ( più b9 che b3 in realtà, un cecchino poco ciechino, in odore di patente di guida – o se preferite driving licence -- come per altro altri colleghi Aussies --, )…
Splendida anche la coriacea Viviana Sacco, bronzo nei B2 femminile, a cui fanno eco gli acuti di Gianluca Marini e Samuele Giovanni Di Sanzo, bronzo nelle categorie B2 e B4 maschili.
La kermesse friulana ha confermato l’ascesa vertiginosa del Blind Tennis, a livello tecnico, tattico e atletico: molte infatti le partite spettacolari anche tra i ciechi assoluti, caratterizzate da scambi duri, trame in manovra interessanti, preparazione dei punti e conclusione degli stessi brillanti, qualcosa di ormai MOLTO vicino al mondo B2 e B3, a testimonianza di autentici gameplan formulati dai coach, suggeriti ai giocatori.
Se a questa incredibile crescita tecnica affianchiamo anche alcune favole umane e di riscatto sociale da pelle d’oca, -- Caparros, oggi campeon del mundo, solo un anno fa non era altro che un principiante, un pesce fuor d’acqua bendato, brancolante su un campo da tennis, guidato dalla passione di Matteo “ Buon Briglia non mente “, sconfitto dal milanese solo al super tie-break in Polonia… --, possiamo tranquillamente affermare che il Campionato sia perfettamente riuscito.
Se però andiamo a riflettere e rimuginare sulle inspiegabili incertezze regolamentari, sui buchi organizzativi o sulle soventi sviste arbitrali clamorose che hanno condizionato più di un match, sicuramente perpetrate in buona Fede da personaggi che probabilmente di Blind tennis ci capiscono poco di regolamento e punteggio, -- ma perché fifteen love e non zero??? Che c’entra l’amore qui… --, ecco che sulla splendida manifestazione italica, con un binocolo solo leggermente più accurato, andremmo a scorgere ahimè cumulonembi tempestosi, per altro perfettamente conformi al meteo capriccioso e cangiante dell’area geografica interessata dall’evento, che purtroppo si sono formati anche in virtù di una diretta streaming a dir poco scadente, spesso interrotta nei momenti clu delle partite da interviste improvvisate, con copertura frammentaria e inadeguata della Manifestazione ( nessuno pretende qui il mosaico interattivo sky con Pescosolido / ferrero, Pero / Bertolucci, Boschetto / Reggi, Nicolodi & Golarsa & co., però…. ‘nsomma… )
Diciamo allora che c’è molto da lavorare a 360 gradi.
In conclusione, Osservando il nostro bicchiere mezzo… fate vobis dalla prospettiva giocatori, occorre migliorare anche sulle metodologie di allenamento e area tecnica, come sottolineato da Simone Verre, il coach che ha guidato la spedizione milanese b1 a Lignano.
“ Esperienza incredibile!!”, ha esordito il journeyman di origine calabrese, gran viveur, profonda sensibilità ed empatìa con i ragazzi, sostanzialmente un cittadino del mondo a pieno titolo.
“ In questi mondiali ho intasato telefoni e videocamere di highlights, enciclopedie bianche in origine di appunti fitti, occhi, cuore, orecchie e mente di suggerimenti, emozioni / adrenalina difficilmente smaltibili in qualche settimana, a differenza del prezioso materiale catturato che andrà a riempire terabyte di portatili nei prossimi giorni”…
“ Il gap tra noi e la concorrenza si è sensibilmente assottigliato. Come giustamente rilevato dal saggio Maurizio Scarso, abbiamo finalmente imparato a stare in campo coi più forti, a vendere cara la pelle, ad esprimere un tennis grintoso, ragionato, a tratti persino talentuoso ed imprevedibile”…
E quindi, cosa ci manca di fatto se vogliamo regalare ai prossimi eventi internazionali sorprese, imprese sportive o, come dicono gli anglosassoni “ upset??
Simone si appoggia placido allo schienale della Chaise-longue ormai mezza in ombra, sferzata dallo scirocco che sculaccia l’adriatico punteggiato di cavalloni irascibili laggiù in fondo.
“ … C’è da lavorare duro, raga”, chiosa baritonale Verre, rubando un lungo sorso di Soplica Cytrynowa ad un alambicco molto ocra agli occhi ciechi del reporter curioso.
“ Non mi mancano idee, stimoli, motivazioni e programmi da offrirvi. Li condividerò con Enrico Farina, che sicuramente lavorerà in armonia con tutti noi perché Anch’egli è il primo a voler migliorare ciascuno di voi”. “ Chi ci vuole seguire ?? A chi interessa fare tornei, tuffarsi in questi caleidoscopi policromatici che puzzano terribilmente di tensione, gioia, adrenalina, tanta umanità”??
e Appunto, riprendendo un motto famoso di gran voga in Galilea poco più di 2000 anni fa, tramandato ai posteri da 4 romanzieri lungimiranti e veggenti ( mannaggia a sti non vedenti )):
Chi ha voglia di vincere scagli…..
Il primo ace.
di Matteo Briglia (Bedeo)
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