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Sfiorata la vittoria in Coppa Italia
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Da "Il Giorno" (12 ottobre 2001)
di Stefano Benzi
MILANO — L’hanno accarezzata, sfiorata e quasi strappata dalle mani degli avversari
quella Coppa: i ragazzi del Thunder’s Five ci sono andati a un passo, e l’avrebbero
meritata. Ma si dovranno accontentare del secondo posto e dell’affetto di chi ama
lo sport a qualunque costo. E loro di costi ne sanno qualcosa visto che pagano praticamente
(quasi) tutto di tasca loro:
il Thunder’s Five è una di quelle realtà «di ringhiera» per eccellenza. Il termine
ringhiera, poi, gli si addice in quanto non vedenti. Ma l’unica cosa cui si aggrappano
nel diamante è una rabbiosa determinazione agonistica: in cinque inning sbuffano
come una squadra di A1, e alla fine, vincenti o sconfitti, sono esausti comunque.
Vederli giocare è uno spettacolo, perchè il loro baseball è ancora più raffinato
rispetto al baseball «normale».
C’è la sensibilità della corsa verso una meta che si può solo intuire; il coordinamento
di un movimento che è legato alle voci delle guide; l’istinto del momento in cui
si colpisce la palla, il momento più alto di uno sport dove i Thunder’s Five rendono
onore a due categorie, gli sportivi e i disabili.
Nella final four di Coppa Italia i milanesi si tolgono lo sfizio di infliggere un
secco 3-0 ai campioni d’Italia del Bologna; ma nella finalissima contro Firenze
partono male e non riescono a recuperare. Finisce 3-0 per i toscani che segnano
i tre punti decisivi in un disgraziato secondo inning:
«Non siamo stati fortunati» ci spiega Francesco Cusati, uno degli atleti del Thunder’s
Five «vincere era senza dubbio nelle nostre possibilità ma pur avendo sfiorato varie
opportunità per marcare qualche punto è andata male. Pazienza, ma quel trofeo che
ci continua a sfuggire di un soffio prima o poi lo vogliamo acciuffare una volta
per tutte».
Se c’è una cosa che non manca ai ragazzi del Thunder’s Five Milano è il coraggio:
quando due anni fa si è concretizzata la possibilità di scendere in campo e giocare
a baseball, a organizzarsi ci hanno messo pochi giorni: «La voglia era tanta, l’entusiasmo
anche» conferma Francesco «purtroppo sono poche invece le squadre con cui confrontarsi,
e soprattutto sono poche le risorse. Ogni occasione per giocare è buona; un torneo,
per noi del movimento baseball non vedenti si trasforma sempre in un happening.
Ora però vorremmo anche vincere».
Non bisogna pensare che i disabili amino De Coubertain più dei normodotati: «Partecipiamo
a una gara continua tutti i giorni, ogni tanto vorremmo vincerne una».
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