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Inizia il corso di pattinaggio sul ghiaccio
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Da "Il Giorno" (26 ottobre 2002)
di Patrizia Longo
SESTO SAN GIOVANNI — Con i pattini ai piedi, percorrono in lungo e in largo la pista. Qualcuno si tiene per mano, qualcun altro si affianca agli istruttori, due o tre si avventurano da soli. Sono principianti, si capisce. Ma nessuno direbbe che, al Palasesto, è in programma un corso speciale: si tratta di una delle lezioni di avviamento al pattinaggio dedicato ai non vedenti.
« L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con il Gruppo sportivo non vedenti di Milano,- spiega Rino Fosso, della direzione del Palazzo del ghiaccio - impegnato da anni a offrire, ai propri iscritti, occasioni per fare sport, e grazie all’impegno degli istruttori, tutti ex atleti, che hanno accettato con entusiasmo l’idea». Franca Bianconi, Patrizia Fiorucci e la figlia Michela, olimpionica nel pattinaggio, Rosanna Murante, Gilberto Viadana, allenatore della campionessa italiana Vanessa Giunti, seguono passo passo una decina di ragazzi e ragazze, alcuni ipovedenti, altri non vedenti.
L’altra sera si è aggregato straordinariamente anche Walter Manni, allenatore di hockey. Segno che l’iniziativa è coinvolgente, anche per loro.
«Volevo fare questo corso a tutti i costi - racconta Lara, 22 anni, di Milano - perché il pattinaggio è sempre stata la mia passione. Ed è più bello di come me lo aspettavo». Ad accompagnarla è papà Roberto. «All’inizio ero un po’ preoccupato - dice - ma poi ho notato che gli istruttori, impegnati quasi a livello di volontariato, sono fantastici, hanno una grande sensibilità». Gli allievi, poi, sembrano particolarmente dotati.
«E’ la passione - spiega Angela, 35 anni, di Sesto San Giovanni - e forse l’abitudine a stare attenti a quello che ti succede sotto i piedi». Perché la vita, per un ipovedente, è una corsa a ostacoli, soprattutto in città.
«Questo corso, così come le altre iniziative sportive del gruppo - aggiunge Florinda, 21 anni, di Cologno Monzese - è la dimostrazione che, con un piccolo aiuto, possiamo fare tutto. E mi fa rabbia pensare che basterebbero pochi accorgimenti per rendere vivibile una città per tutti: semafori sonori, percorsi tattili, annunci nelle metropolitane o nelle stazioni chiari. Alcune persone con problemi fisici, di fronte agli ostacoli, rinunciano alla propria autonomia. Io sono fortunata, perché mia madre mi ha sempre incoraggiato a provare, sia con la scuola che nello sport. E ora anche nel pattinaggio».
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