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MILANO — Ci voleva una bella giornata di sole autunnale per far tuonare i Milano Thunder’s five
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Da "Il Giorno" (20 ottobre 2003)
di Liala Moioli
E così ieri, dopo una stagione uggiosa, i nove del batti e corri meneghino finalmente ce l’hanno fatta, vincendo il Torneo Mignani di baseball non vedenti.
Una giornata intera a correre attorno al diamante del campo Kennedy, in una competizione che è un po’ la summa dell’intero campionato: presenti (e battute) le migliori squadre del panorama nazionale, dalla Fiorentina BxC al Bologna white sox e, infine, l’Aquilone red sox di Empoli.
Prima una vittoria di misura contro Bologna, 4-3, poi la netta supremazia sull’Empoli, battuto 3-0 (ma mancava l’uomo di punta, Luigi Abate), e infine l’1-1 con Firenze: «Loro hanno fatto subito punto nel primo inning - spiega il milanese Francesco Cusati -, nel secondo li abbiamo raggiunti, e, visto che nel terzo il risultato è rimasto invariato, abbiamo deciso di non fare la "bella", tanto ormai avevamo matematicamente vinto».
Per sfatare tutti i luoghi comuni, la migliore in campo è stata una graziosa fanciulla, Loredana, premiata come migliore battitrice: «E’ un vero cecchino! E ha la potenza di un uomo - esclama il compagno di squadra Claudio Levantini -: se fossi dall’altra parte, avrei paura».
In quel turbinio di personaggi che compongono i Thunder’s five, non poteva mancare un tocco di stravaganza «esotica». Ed ecco entrare in gioco il peruviano Rollie Vasquez: «Adesso grande fiesta! - è il suo inno di vittoria - Mi sono buttato nel baseball perché loro sono miei amici, facevamo già altre attività insieme, e io sono uno che vuol provare sempre cose nuove. Così, con questo sport, ho scoperto il piacere di correre liberamente a mille, da solo, senza la paura di farmi male o di scontrarmi con gli altri giocatori. Io sono piccolo, veloce, corro molto... anche nella vita: voglio giocarmela». Di professione Rollie è fisioterapista, «ma niente massaggi ai compagni di squadra! Almeno la domenica, il lavoro non lo voglio nemmeno sentir nominare», scherza, confessando anche aspirazioni «artistiche»: «Mi piacerebbe diventare uno chef: la cucina italiana mi affascina». Ma il suo piatto preferito è il peruviano «sevice»: pesce crudo cotto con limone e spezie piccanti. I sapori di casa non si tradiscono mai.
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