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IO, CIECA, SOGNO L’ORO E IL METRO’ ACCESSIBILE
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Da Metro news
di Silvio Gulizia - (3 marzo 2006)
Fra una settimana si apriranno le Paralimpiadi di Torino. La squadra azzurra sarà formata da 39 atleti con diversi handicap.
Milano sarà rappresentata da Silvia Parente, sciatrice cieca del Gs Non Vedenti Milano, dove circa 70 atleti praticano diverse discipline fra cui torball, baseball, atletica, nuoto, pattinaggio e arrampicata.
A sentire Silvia Parente, 36 anni, non vedente dalla nascita, sembra che per un cieco sia più facile scendere a 70 km/h su una pista da sci che prendere la metropolitana a Milano.
Silvia, quattro Olimpiadi alle spalle e un bronzo nello speciale a Lillehammer nel 1994, racconta: "In metrò praticamente non ci sono le fermate "vocali" e poi la linea gialla non è evidenziata bene. Nel resto d’Europa è tutto diverso, più semplice".
D: A Milano puntano su di te per l’oro
R: Sono una non vedente totale, l’errore è sempre dietro l’angolo: noi scendiamo seguendo una voce, basta una lastra di ghiaccio per perdere il riferimento.
Ma se arrivo in fondo in SuperG allora si.
D: Conosci la pista?
R: E’ quella di Borgata dove hanno corso SuperG e discesa maschile alle Olimpiadi. Siamo stati a vederla: molto tecnica e con muri ripidi. Sarà una bella gara.
D: In settimana, alle finali di Coppa del Mondo, sei arrivata seconda nello speciale e hai vinto Gigante e SuperG. Non farai come Rocca...?
R: No, no, no. Dote che da me nessuno si aspetta niente. Queste gare erano un allenamento, alle Olimpiadi è tutto diverso. E’ un terno al lotto, Rocca aveva troppe pressioni. Alle Olimpiadi o si vince la medaglia o tutto il resto non conta.
D: Come ti prepari?
R: Ho preso due mesi di aspettativa dal lavoro, sono una programmatrice informatica.
D: I non vedenti sciano dietro a una guida che segnala dritto, curva in arrivo e curva corta o lunga.
R: E’ fondamentale, devi essere affiatato perchè raggiungi alte velocità (100 km/h in discesa, 70 km/h in SuperG).
E poi devi allenarti spesso. Non è facile con la famiglia e il lavoro.
D: Tu a chi ti affidi?
R: A Lorenzo, il mio fidanzato: lui mi ha convinto a tornare sulle piste dopo che avevo smesso nel 1998.
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