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PARALIMPIADI / Giornata storica un oro, un argento e un bronzo azzurri Tre medaglie, l'Italia non si ferma più
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Da Corriere della Sera
di Claudio Arrigoni - (18 marzo 2006)
TORINO - Ma allora voi italiani lo sapete l'inno, non è come dicono....
Silvia Parente piangeva abbracciata al suo Lorenzo mentre Pascale Casanova, la francese che aveva appena battuto nello slalom gigante, le sussurrava le parole all'orecchio.
Erano oltre 3000 a Sestriere Borgata a emozionarsi. E non solo per lei. Una giornata indimenticabile: oro per Silvia Parente, non vedente, e la sua guida Lorenzo Migliari (terza medaglia, dopo i due bronzi in discesa e superG), argento per Gianmaria Dal Maistro, ipovedente, e la sua guida Tommaso Balasso (già oro in superG), bronzo per Daila Dameno, che gareggia nella categoria sitting, usando il monosci.
Silvia non ci credeva: All'arrivo della seconda manche ho sentito un boato, ‘‘sarà perchè sono arrivata'', mi chiedevo. E invece....
Invece, è stata una medaglia d'oro. Assieme a Lorenzo, suo fidanzato nella vita e guida nello sport, è il personaggio dei Giochi.
Di gran lunga la miglior sciatrice non vedente al mondo, dice Bruno Oberhammer, tecnico azzurro. Peccato che Silvia, milanese, abbia 36 anni e difficilmente sarà a Vancouver.
In gara vi erano solo altre due non vedenti, spagnole, ventenni. Le altre erano tutte atlete ipovedenti.
Speriamo che questa vittoria porti tanti disabili sulle piste, si augura Lorenzo. Come Gianmaria Dal Maistro, ipovedente, che ha sfiorato la conferma in slalom gigante, malgrado abbia perso gli occhiali scuri di protezione toccando contro un palo a metà gara. Un guaio, perchè il riverbero del sole sulla neve toglie a Jerry, come è chiamato, anche quel poco di vista, circa un decimo, che gli permette di distinguere la sagoma di Tom, la sua guida.
Ma l'argento è arrivato lo stesso.
Per poco non l'ha raggiunto anche Daila Dameno sul monosci. Era seconda a soli 3 centesimi dopo la prima manche.
Ma il bronzo è un gran risultato, per questa milanese di Magenta, rimasta paraplegica dopo una caduta da un balcone sei anni fa, quando ne aveva poco più di trenta.
Si ispira a Valentino Rossi, ha dedicato la medaglia al padre Fulvio (morto un anno fa), ha letto tutto sul Che e Fidel. E ha idee in controtendenza sulla vigilia: Il buon sesso prima delle gare fa bene - dice -. Almeno a noi donne sì. Se la sera prima faccio sesso, in gara mi sento come a tre metri da terra. Eppure ieri sera... Il mio uomo mi ha fatto il bidone. Ma evidentemente è bastato il pubblico, incredibile, mi hanno tirato loro al traguardo.
Indimenticabile.
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