|
Remi in acqua Graziana vede
|
Da La Gazzetta Dello Sport
di FABRIZIO MACCHI - (19 marzo 2006)
C'è chi di colori ne fa una ragione di vita, c'è chi di colori vive, c'è chi i colori non li vede più ed invece c'è chi, anche non vedendo più i colori, li ha così stampati nella mente che può ammirarli di nuovo: è il caso di Graziana Sacco, quarantacinquenne di Milano.
Storia strana, la sua: insegna per quindici anni grafica pubblicitaria, ha una famiglia ed una vita apparentemente serene, ma un giorno inizia a provare un dolore così forte alla testa che avrebbe voglia di staccarsela.
E' un giorno qualunque di una settimana qualunque del 1994, l'anno in cui l'Italia perde per 3-2 ai rigori la finale del Mondiale americano contro il Brasile.
Graziana si reca all'Istituto Neurologico Besta di Milano ed incomincia a fare indagini radiologiche, visite su visite, fino a quando un dottore sospetta che nella testa ci sia un'angiomatosi capillare in sede occipitale. Si prospetta un intervento chirurgico e a dire il vero non ci sono molte alternative, o si opera oppure Graziana Sacco rischia il coma permanente.
Detto fatto, la ragazza viene sottoposta ad una lobectomia occipitale destra ed il problema è risolto, il dolore sparisce ma l'intervento lascia una grande conseguenza, Graziana non vede più nulla, addio ai colori, addio al lavoro e di seguito addio alla famiglia.
«Appena ho capito che non ci vedevo più — confessa Graziana— e soprattutto che non avrei mai più visto, mi sono arrabbiata tantissimo con me stessa e con la vita.
Da lì ho capito quali sono veramente le priorità. Cose che da vedente nemmeno consideravo, adesso sono la linfa della mia giornata».
Poi un giorno Francesco, un amico, quasi la spinge a vivere una nuova esperienza, un'esperienza sportiva. Il canottaggio.
«Per come sono fatta io — continua la milanese — niente scrupoli: ho preso subito il treno verso Gavirate, in provincia di Varese.
Alla stazione mi aspettava Paola Grizzetti (ora allenatrice ed ex campionessa di canottaggio, partecipante all'Olimpiade di Los Angeles '84), che mi ha accompagnato alla Canottieri e da lì a poco ho appoggiato per la prima volta il mio fondoschiena su una barca».
Da quel giorno per Graziana è iniziata una seconda vita, grazie allo sport i suoi occhi (simbolicamente) rivedono.
«Ho 45 anni», prosegue l'atleta. «Remo da quasi quattro, ho partecipato nel 2002 a Siviglia, in Spagna, al mio primo campionato mondiale di adaptive rowing con un pessimo risultato: ultima.
Nell'agosto del 2005 in Giappone a Gifu il mio secondo Mondiale con un quattro di coppia e lì il risultato è stato decisamente migliore.
Il mio futuro? Vivere al cento per cento ogni secondo della mia vita».
|