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«Ma l'anno prossimo potrei lasciare le competizioni»
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Da Il Giorno
di Daniele Cervino - (29 gennaio 2007)
MILANO. Ha raggiunto il successo con la sua classe e gli occhi del suo fidanzato. Ha partecipato a quattro Paralimpiadi portando l'Italia dello sci sul tetto del mondo.
«L'anno prossimo potrei smettere». La milanese Silvia Parente, 37 anni, non vedente dall'età di due anni, mercoledì scorso ha ricevuto alla Provincia di Milano il premio «Campioni per lo sport» ideato da Mario Furlan, fondatore dei City Angels.
Parente, un altro riconoscimento che si aggiunge ai tanti titoli conquistati in carriera... «Sinceramente non me lo aspettavo. È stata davvero una grande soddisfazione trovarmi lì con grandi campioni. Mi ha colpito molto».
Alle Paralimpiadi di Torino 2006 hai vinto ben quattro medaglie: una d'oro e tre di bronzo.
«È stata un'emozione fortissima, la più grande che mi ha regalato questo sport. Anche se gli allenamenti e le gare sono stati pesanti. Prima dei giochi avevo deciso di smettere».
Come mai questa decisione?
«Perchè lo sport dei disabili aveva poca visibilità. I grandi campioni, le medaglie conquistate, non trovavano spazio nella stampa. In pochi erano a conoscenza che oltre alle Olimpiadi, ci fossero anche le Paralimpiadi. Per esempio siamo tornati dalle paralimpiadi in Norvegia nel 1994 con un bel bottino di premi. In Italia nessuno sapeva nulla».
Poi le gare di Torino. Le cose sono cambiate?
«Molto. Si sono disputate in Italia e questo ha contribuito a dare più visibilità. I giochi sono stati seguiti in televisione e spesso hanno conquistato anche le prime pagine dei giornali. Non mi aspettavo tanto entusiasmo. Mi sono trovata catapultata in questa magica atmosfera. Adesso si spera che il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli, continui il suo grande lavoro».
Nelle sue vittorie un ruolo importante ce l'ha Lorenzo Migliari...
«É la mia guida da undici anni e da dieci il mio fidanzato. Ci siamo conosciuti grazie allo sci. La nostra prima Paralimpiadi non andò bene, poi i successi di Torino. Abbiamo molti interessi in comune e lo sport riesce a farci passare tanto tempo insieme».
Un occhio al futuro: quali i prossimi obiettivi?
«Adesso cerco di promuovere lo sport dei disabili. A livello agonistico per quest'anno non ho in programma gare. Continuo ad allenarmi, e l'anno prossimo si vedrà: potrei anche smettere».
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