Da Corriere Della Sera
di Arrigoni Claudio - (7 giugno 2008)
Fantasia, tecnologia, sperimentazione. Il futuro si costruisce così. Le barriere si abbattono. Anche nello sport. Soprattutto attraverso lo sport. «L' atleta ideale per il tiro con l' arco? Una persona cieca». Sembra un paradosso, ma non lo è per Cecilia Trinci, ex nazionale, che negli anni 90 iniziò a far tirare atleti non vedenti: «La vista non è fondamentale». I non vedenti tirano grazie a un sistema optronico: un laser collega freccia e bersaglio e l' atleta sente un sibilo più acuto in cuffia. Vale anche nel tiro a segno. E poi si gioca a calcio o a baseball grazie a una palla sonorizzata, si scende sugli sci con altoparlanti posizionati sulla schiena delle guide. La migliore sciatrice cieca del mondo era una milanese, Silvia Parente, protagonista alla Paralimpiade di Torino, sulla stessa pista di discesa delle Olimpiadi. Andrea Calcaterra è stato pioniere in Europa nel golf, cominciando a giocare a Lainate con Ettore Della Torre. Fine della Prima guerra mondiale. In Francia, tornano a casa i reduci. Moltissimi non vedono più. Per divertirsi, prendono una palla, ci mettono dei campanelli, piazzano due porte in una palestra, si dividono in due squadre e cercano di farsi gol. Nasce così il torball, gioco tipico dei non vedenti, primo sport di squadra per disabili. La tecnologia aiuta a fare sport, senza barriere e senza distinzioni. Chi ne ha paura ha paura del futuro. Ma è la tecnologia che va verso l' uomo, non viceversa.
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