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Arrampicata

Al via i mondiali di paraclimbing


da Il Corriere Della Sera
di Carmen Morrone - (19 luglio 2011)

Dal 19 al 24 luglio ad Arco saranno premiati i primi campioni del mondo di arrampicata sportiva per disabili

MILANO - La prima edizione dei Mondiali di arrampicata sportiva per persone con disabilità si svolge nella stessa settimana del Campionato del Mondo di arrampicata per normodotati, iniziati il 15 luglio.

Ai Mondiali di Paraclimbing sono attese quindici nazioni, fra cui Russia, Spagna, Giappone, Francia, Austria, Germania, Norvegia e Italia.

Gli azzurri sono 10 uomini e una donna, Silvia Parente, paralimpica campionessa di sci alpino-non vedenti.

I PARACLIMBERS- Sono ipo e non vedenti e arrampicano accompagnati da una guida.

Ci sono amputati agli arti inferiori, agli arti superiori e persone con disabilità motorie.

Le gare, lead (di tecnica) e speed (di velocità), si svolgono nel Climbing Stadium di Arco di Trento, e sono un’opportunità per far conoscere questo sport che ha sempre più praticanti.

LA PRIMA FALESIA ACCESSIBILE - In questa occasione sarà inaugurata la prima parete di roccia per l’arrampicata sportiva attrezzata per le persone disabili.

Si trova alle Placche di Baone a qualche km da Arco di Trento. «La falesia è raggiungibile anche da chi si muove su carrozzina. Per i non vedenti ci sono mappe tattili che descrivono le vie», precisa Alberto Benchimol, segretario generale della Fondazione Silvia Rinaldi per lo Sport.

La Fondazione, specializzata nell’avviamento dei disabili a sport come il climbing, il nord wolking e lo sci, è stata consulente del comune di Arco di Trento per la realizzazione della parete.

«Si tratta di sei itinerari di salita la cui difficoltà va dal 4c al 6a, vale a dire dal facile all’impegnativo. Di queste vie, tre sono multipitch, che significa che prevedono soste in parete».

SPORT ESTREMO? - «Stiamo parlando di arrampicata, non di scalata, non di alpinismo. Arrampicarsi è uno dei movimenti più istintivi. Lo sanno bene i genitori: i neonati si arrampicano ovunque. Con l’avanzare dell’età qualcuno continua, altri perdono questa caratteristica che però può essere recuperata», spiega Alberto Benchimol. «E’ una disciplina che contribuisce a rafforzare l’autonomia, la capacità di reazione, affina la muscolatura delle mani e ciò migliora la manualità in certe forme di disabilità. E poi dà un tocco di euforia perché chi arrampica è considerato un tipo tosto».

SPORT PER POCHI? -Da diversi anni il movimento dei climbers disabili è esploso. Grazie anche alla diffusione di palestre che ospitano pareti per l’arrampicata grazie anche al lavoro della Fasi- Federazione arrampicata sportiva italiana. «Ci sono 230 società sportive affiliate in cui disabili e normodotati fanno arrampicata. Le regole sono le stesse, anche i non vedenti imparano a fare i nodi, a fissare i moschettoni. Anziché vedere appoggi e appigli, loro li mappano con le dita. E poi c’è sempre un compagno che li aiuta a tenere la giusta direzione», spiega Ariano Amici, presidente della Fasi.

IMBRAGO, SCARPETTE e MOSCHETTONI. Questa l’attrezzatura base, per un costo di 100-150 euro. Spesso le associazioni sportive offrono il noleggio, anche gratuito, di queste attrezzature.

Se dopo le prime ascese, si prende gusto, alla dotazione base vanno aggiunti il gri-gri vale a dire il dispositivo per l’assicurazione in parete, un caschetto per la pratica all’aperto, almeno 60 metri di corda e altri moschettoni per un costo che si aggira attorno ai 200 euro.

Un corso di 10 lezioni, 80 minuti ciascuna, costa dai 150 ai 220 euro.

Carmen Morrone

Carmen Morrone

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