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Baseball

Il baseball a Malnate è tutto da giocare

» L'intervista Adele Patrini


da La Varesina
di Roberto Bof - (16 dicembre 2011)

Varese può vantare una squadra per non vedenti e presto un nuovo impianto. Ma il pubblico dovrà rimanere rigorosamente in silenzio

Sembrava una missione impossibile. E invece ancora una volta la volontà ha avuto la meglio sulle difficoltà che quando si parla di sport per disabili diventano doppie. In Italia il baseball non è propriamente la disciplina sportiva più popolare. La prima gara ufficiale tra due squadre formate da ciechi e ipovedenti si è giocata nel 1994 a Casalecchio di Reno (Bo). La prima stagione agonistica quattro anni dopo. E infine, nel 2005, l'adesione dell'Associazione Italiana Baseball per Ciechi alla Federazione Italiana Baseball Softball. Oggi lo scudetto tricolore è un affare tra Milano e Bologna. Ma tra qualche anno chissà che si possa vedere la massima serie anche in provincia di Varese. «Una squadra di baseball composta da ciechi e ipovedenti era un sogno fino a poco tempo fa. Adesso siamo sulla buona strada per costruirla in toto. Non fatemi pensare a ciò che potrà diventare». A parlare è Adele Patrini, degna erede di una famiglia che ha creato e supportato la pratica del baseball a Malnate. Presidente degli storici «Viking" e impegnata nel sociale con la sua associazione dedicata alle donne operate di tumore al seno (Caos), letteralmente fulminata nel vedere lo sport di famiglia giocato dai ciechi. «Sono persone incredibili. Spazzano via il buio che caratterizza la loro vita con volontà e dignità infinita. È già da un paio d'anni che ci lavoravamo con Gaetano Marchetto. Ora ci siamo. Abbiamo reclutato un gruppo di giovani e meno giovani disponibili a mettersi in gioco e siamo partiti. La strada è ancora lunga ma questi uomini e donne insegnano a non arrendersi mai». Non per caso la nuova squadra si chiama «I Patrini». Un segno di riconoscenza voluto dagli stessi giocatori, in primis Gaetano Marchetto, pioniere di ogni disciplina sportiva per non vedenti praticata in provincia di Varese. Per lui .è iniziata l'ennesima avventura. «Adele ha un entusiasmo contagioso - racconta Marchetto - io sinceramente ero già avviato al più comodo ascolto della musica classica. Dopo tanti anni trascorsi praticando l'atletica leggera, il ciclismo, lo sci e il canottaggio, mi ero ormai rassegnato a tirare il fiato. E invece eccomi qua con mazza e pallina». Una pallina di plastica che racchiude al suo interno un campanellino. Tra le differenze con il baseball dei normodotati

c'è la partecipazione del pubblico che dev'essere necessariamente silenziosa. Per «I Patrini», così come per «I Viking» l'avvicinarsi del Natale è coinciso con una bella notizia. L'accordo tra l'amministrazione comunale di Malnate e Tigros per la ristrutturazione e il potenziamento dell'impianto esistente con nuove tribune e spogliatoi, arricchito con la piantumazione di 250 alberi. Un investimento di 200.000 euro che porterà ulteriore entusiasmo all'intero movimento, non vedenti compresi.

«Quando sento lo stupore della gente comune nel sapere che gioco a baseball - continua Marchetto - blocco subito il discorso e invito l'interlocutore di turno a venire al campo per assistere a una partita. «Come per il baseball normale, anche per quello dei ciechi è inutile inoltrarsi nella spiegazione delle regole. Il baseball va visto. E se ve lo dico io...». Prima necessità: i volontari. Soprattutto gli autisti. Per eventuale disponibilità e

info: www.ciechisportivivaresini.it. ??

Roberto Bof

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