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SPORT- Possiamo anche fare altro

Corriere dei Ciechi Numero 5 del 2012


da Il Corriere Braille
di Michele Novaga - (23 maggio 2012)

Le discipline sportive che sembra impossibile che i ciechi pratichino Alzi la mano chi non crede che un non vedente possa dilettarsi in una discesa libera di sci alpino, tirare di scherma, fare sci d'acqua, giocare a calcio, fare tiro con l'arco, giocare a baseball, andare in vela senza l'ausilio di una guida.

Se siete tra quelli che pensano che tutto ciò sia impossibile, quelli che "... come fa un non vedente? ma và, è impossibile!", allora prendetevi dieci minuti per leggere l'articolo fino in fondo.

Cambierete opinione.

In principio, alcuni decenni fa, gli unici sport praticati da ciechi e ipovedenti erano gli scacchi e il giuoco delle carte.

Nobili arti, per carità, forse un po' troppo privi di azione e ancor oggi molto praticati.

L'Associazione Scacchisti Ciechi Italiani esiste, infatti, dal 1972, aderisce al Coni e organizza veri e propri campionati italiani.

Cinquanta gli affiliati che giocano su una tastiera dalle ridotte dimensioni per consentire al non vedente di poterla toccare con entrambe le mani e di avere una visione globale della posizione e del gioco.

Le caselle nere sono sopraelevate di qualche millimetro rispetto a quelle bianche e presentano un buchetto al centro per consentire ai pezzi, dotati di perno, di incastrarsi.

Poi vennero sport considerati un po' più difficili come il calcio a 5, lo showdown (una specie di ping pong), il torball e il goalball, oggi discipline aderenti alla Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi che vanta 350 atleti iscritti.

Ma evidentemente a molti non bastava.

E così, nel corso degli anni, i ciechi hanno cominciato a dilettarsi in tutti gli sport, compresi quelli che anche la stragrande maggioranza dei vedenti non riuscirebbero mai a fare.

Chiedetelo agli oltre 200 velisti italiani e di tutto il pianeta che dal 1996 sono stati formati al corso dell'Associazione Homerus sul Lago di Garda.

Un corso che insegna anche ad insegnare dato che ogni non vedente partecipa al corso con un velista vedente a sua volta istruito per insegnare ad andare in barca ai ciechi nel proprio paese.

"Così il nostro progetto continua ad auto-diffondersi", racconta Alessandro Gaoso che da sempre ha creduto che i ciechi potessero da soli governare una barca.

"Alcuni anni fa, durante una regata particolarmente impegnativa, mi sono addormentato; ma nel dormiveglia sono riuscito a mantenere la barca secondo la rotta.

Al risveglio ero ancora primo".

E così in lui è nata la consapevolezza che anche i non vedenti ce la potessero fare.

Certo, anche grazie ad uno strumento acustico posto a prua dell'imbarcazione, che emette due differenti suoni indicando ai velisti la direzione e avvisando della presenza dell'altra barca.

Ma tant'è.

E chissà che proprio grazie a questa associazione italiana, alle Paralimpiadi del 2020 non si possa ammirare anche la vela per ciechi come nuova disciplina sportiva.

Sono molti, almeno una trentina, gli atleti di tiro con l'arco non vedenti, disciplina recentemente entrata a far parte della Federazione Italiana di Tiro con l'Arco e che partecipa alle Paralimpiadi.

Secondo l'istruttore Armando Bonechi, che insegna ad un corso organizzato presso l'Istituto dei Ciechi di Milano, "questo sport è assolutamente alla portata di ogni non vedente.

Si tratta solo di adattare l'azione arcieristica alle esigenze ed alle capacità motorie-coordinative dell'arciere".

Ma come fa un non vedente a coordinarsi per prendere la mira e centrare il bersaglio? "Ci sono due tecniche - continua Bonechi - una, il free style, prevede che l'atleta si allinei al bersaglio solo grazie ad un riferimento per i piedi.

L'azione di mirare viene eseguita in collaborazione con un assistente posto alle spalle dell'arciere che mira al suo posto dando suggerimenti vocali su come spostarsi.

L'altra è quella che prevede l'utilizzo di un mirino tattile, dotato di una barra longitudinale di riferimento per i piedi che consente l'allineamento dell'arciere al bersaglio.

Il mirino è composto da una barra verticale su cui è montato il dispositivo contatto-mira per la mano che impugna l'arco per consentire la regolazione dell'alzo e del brandeggio".

I non vedenti iscritti alla Fisip, Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici, sono circa 65 suddivisi per Sci Alpino, Sci nordico e snowboard.

Per un vedente può essere difficile capire come i ciechi possano sciare e disputare anche una discesa libera o uno slalom.

Per i ciechi ciò è semplicissimo.

"Grazie all'aiuto di una guida - ci raccontano - che ci precede e ci dà indicazioni con un megafono riusciamo a capire la traiettoria, i pericoli, le insidie e soprattutto se ci sono altre persone che si frappongono in mezzo a noi".

L'affiatamento con la guida è fondamentale: ecco perché alcuni, i più spericolati, preferiscono far stare l'assistente alle proprie spalle.

Del baseball praticato dai non vedenti, vi abbiamo già dato conto nel numero de "Il Corriere dei Ciechi" di novembre-dicembre 2011.

Aggiungiamo solo che l'interesse dei non vedenti per questo sport aumenta ogni anno di più.

Al via del campionato di quest'anno, infatti, si è iscritta un'altra squadra: con i Patrini di Malnate ora sono nove le squadre a contendersi il titolo italiano 2012.

Non è insolito neanche vedere un cieco giocare a golf.

Secondo il sito della Blind Golf Association i non vedenti praticano questo sport negli Usa almeno dal 1924.

Dagli anni '50 in poi sono nate diverse federazioni nazionali di golf disabili in tutto il mondo che oggi sono 13 e raggruppano oltre 500 giocatori.

In Italia la Federazione Golf Disabili raggruppa circa 25 praticanti non vedenti.

Giocano con l'aiuto di una guida vedente che gli descrive le buche e che verifica che la mazza al momento del tiro, sia posizionata immediatamente dietro la pallina.

"L'unica variante - racconta Andrea Calcaterra pluricampione italiano ed europeo di golf non vedenti - è che possiamo appoggiare il bastone nei banker e negli ostacoli".

Da poco tempo, anche la scherma è diventato uno sport praticato dai non vedenti.

Merito dell'Accademia d'armi Musumeci Greco che dallo scorso gennaio offre un corso per 10 ipovedenti e ciechi nella storica sede nel cuore di Roma a due passi dal Pantheon nell'ambito del progetto Scherma senza limiti.

"Per orientarci seguiamo una linea direttrice su cui camminiamo.

In questo sport è molto importante la percezione fisica dell'avversario di fronte.

Per evitare colpi fortuiti, partiamo con le lame una a contatto dell'altra", racconta a "Il Corriere dei Ciechi" Ilaria Granata, 31enne atleta che ai tanti sport che già pratica, ha aggiunto da poco anche la scherma.

Daniele Cassioli è un fisioterapista con studio medico a Castellanza in provincia di Varese.

Cieco dalla nascita, dall'età di nove anni si cimenta nello sci d'acqua tanto da diventare oggi, 15 anni dopo, campione del mondo di figura.

"Lo sci d'acqua si divide in tre discipline: slalom, salto e figure.

Nella prima giriamo intorno alle boe e siamo aiutati da un rilevatore sonoro posto sulla corda che calcola l'angolo.

Il salto è l'unica delle tre specialità che prevede la presenza di un istruttore che si defila nel momento in cui il non vedente imbocca la rampa del trampolino alta 1,65.

Nelle figure l'apprendimento motorio è un po' più complesso anche se non facciamo salti mortali.

Io sono l'unico che lo fa con la corda legata al piede.

Ma lo so, è un po' da incoscienti", racconta Daniele ammettendo la sua attitudine al rischio che gli è valsa anche l'elezione a miglior atleta dell'anno 2010 da parte della International Water ski & Wakeboard Federation.

Alcune centinaia i praticanti di tutte le disabilità, non pochi considerando che lo sci d'acqua è uno sport difficile e costoso.

Anche se, negli ultimi tempi, la Federazione Italiana di Sci Nautico ha cominciato a stanziare fondi per incentivarne la pratica anche tra i non vedenti.

Ci sarebbe da parlare anche di come i ciechi si lancino da un paracadute, si immergano nelle acque di lago o di mare per fare attività subacquee.

O di come riescano a guidare, seduti al loro fianco, i piloti di rally facendo i navigatori.

Preferiamo, per ora, lasciarvi con questo.

Rischieremmo di non essere creduti...

Michele Novaga

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E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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