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L'IRONMAN OLTREIl BUIO
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da Gazzetta dello Sport
- (30 maggio 2012)
ALBERTO CERIANI, EX CALCIATORE, È DIVENTATO OGGI IL PRIMO NON VEDENTE A FINIRE IL CELEBRE TRIATHLON DELLE HAWAII. GRAZIE A UNA GUIDA SPECIALE...
Quelli che fanno l’Ironman li chiamano pazzi. Perché in fondo lo sono: 3800 a nuoto nell’oceano, 180 chilometri in bici e, per finire, una maratona. Fra questi pazzi c’è Alberto. Con una particolarità: è cieco. E quindi si fa accompagnare da un altro matto, Claudio, che ci vede.
Milanese, quarant’anni superati, Alberto Ceriani è stata la prima persona non vedente della storia a concludere l’Ironman di Kona, nelle Hawaii, il più difficile e duro. Insieme a Claudio Pellegri, comasco più che cinquantenne, nonno, atleta come pochi, guida nello sport per non vedenti in sci, corsa, nuoto e chissà quanto altro ancora, se si potesse. Alberto e Claudio usano il tandem per le prove di ciclismo, nuotano e corrono collegati con una corda. Ci è riuscito nel 2006. E non ha smesso. Ad aprile, ai Mondiali di Eilat, in Israele, è giunto quinto, a quelli precedenti ha fatto ancora meglio: medaglia d'oro a Lisbona 2008 e di bronzo a Pontevedra 2011. “Ora che il triathlon è diventato sport paralimpico, punto a Rio 2016”.
Sul traguardo di Kona, la mente è corsa a quando era piccolo, la scuola, gli amici, le gare di nuoto e il judo. E al campo di calcio, quello della storica Macallesi, in viale Ungheria, a Milano. Era arrivato a giocare in Promozione. Poi il lavoro come disegnatore termotecnico, gli amici, quelli dell’oratorio, alla Chiesa Rossa, e quella ragazza carina, Anna, oggi donna, moglie e mamma di due splendidi figli.
Alberto ha ripensato a quella sera del 1995. Aveva 26 anni, stava guidando verso casa, si accorse di non vedere bene da un occhio. Alcuni mesi fra medici, ospedali: sindrome di Leber, una malattia rara e non curabile, che comporta l’atrofizzazione del nervo ottico. Pochi mesi e il buio. Aveva 27 anni. “Sono ingrassato decine di chili, tra frustrazione e speranza di un miracolo. Poi capisci che non hai scelta. Ho imparato a muovermi, leggere il braille, trovare un nuovo lavoro da centralinista. Ho ricominciato a vivere”. Grazie a Anna e ai bimbi che sono arrivati. Anche grazie allo sport.
“Mi avevano dato del cortisone, dovevo riprendere la forma, ho iniziato a correre.” Con incontri che cambiano la vita: “Quello con Mike, prima, e con Claudio, poi”. Mike è Michele Pavan, ideatore di www.disabilincorsa.com, sito che mette in contatto atleti disabili, specie non vedenti, con atleti normodotati che possono fare da guide. Claudio fa il commercialista a Como, ha due cavalli a Capiago Intimiano, è pazzo per il triathlon e la pazzia è contagiosa. E faticosa: allenamenti di due ore al giorno durante la settimana, cinque ore il sabato, sei la domenica. Tutto tempo ritagliato al lavoro e alla famiglia. “A casa sta poco, e ci vediamo meno, ma sono contenta per lui”: Anna non si fa un cruccio delle assenze. Come sempre, dietro un grande uomo c’è una grande donna.
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