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gara di scherma a Verona
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da Ordine e Libertà
di Marina Rosti - (16 novembre 2012)
Giuseppe Rizzi, abbiatense non vedente, il giornale ha già parlato.
Da sempre in lotta contro ogni forma di discriminazione e attento a promuovere i diritti delle persone disabili, oggi Rizzi ci offre una nuovo spunto per parlare di handicap, ma anche di opportunità e vittorie.
Entrato a far parte lo scorso anno della squadra milanese di scherma per non vedenti, Rizzi domenica 11 novembre ha partecipato ad una gara, organizzata al palazzetto dello sport a Zevio in provincia di Verona, ed ha conquistato il quarto posto.
Una bella sfida e non solo dal punto di vista sportivo.
“La gara che si è disputata domenica 11 novembre – spiega Rizzi – tecnicamente è stata molto simile a quella che lo scorso 27 maggio mi aveva visto salire in pedana a Bologna.
Come allora si è trattato infatti di una gara non ufficiale e questo perchè al momento non esiste un regolamento scritto dedicato alla disciplina e non siamo ancora stati inseriti come scherma per non vedenti nella sezione paralimpica.
Mi è stato detto che quello da poco iniziato sarà ancora un anno transitorio ma dovremmo diventare sport ufficiale la prossima stagione agonistica”.
Ma torniamo alla gara.
Com’è andata e quanti atleti hanno partecipato? “Quella della scorsa domenica è stata una sfida che ha richiamato gli atleti nel centro-nord Italia, più precisamente abbiamo partecipato noi, della scuola della sala Lodetti di Milano e gli atleti della scuola di Bologna.
Io mi sono piazzato al quarto posto (su sei), speravo di fare meglio, ma questa volta è andata così e sono contento.
Come già precisato il regolamento è rimasto lo stesso della scorsa stagione.
Abbiamo gareggiato su una pedana di 8,30 metri dotata di barra metallica al centro per permetterci di sentire la mezzeria e non uscire così dalla pedana stessa.
Sono stati inoltre studiati dei segnalatori acustici differenziati che ci permettono di capire quando si colpisce o si viene colpiti”.
La sua avventura con la scherma è iniziata nel 2011.
A distanza di un anno cosa può dirci in merito all’importanza dello sport nella vita di una persona affetta da disabilità? “Lo sport è importante per tutti, praticarlo, per i disabili, significa a mio avviso vivere momenti di reale integrazione.
Noi ci alleniamo insieme ad atleti normodotati, a differenza degli altri sport spesso praticati in contesti separati.
Quelli per non vedenti, è bene precisarlo, devono rispettare alcune caratteristiche: è infatti fondamentale il silenzio per permettere all’atleta di svolgere la disciplina in sicurezza.
A volte questo risulta difficile in uno sport come la scherma, ecco perché è più che mai necessario stabilire un regolamento che ci permetta di allenarci senza correre rischi ed inconvenienti.
Al momento continuo ad allenarmi nella palestra della caserma di Corso Italia a Milano.
Facciamo parte del gruppo degli schermidori, quindi a volte gli altri atleti si bendano e tirano con noi.
Considero questa – conclude Rizzi - è una bella opportunità, un’occasione in più per abbattere differenze e limiti che a volte la società sembra voler imporre”.
Marina Rosti
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