|
LA NUOVA GENERAZIONE ADAPTIVE
|
da Canottaggio.Org
- (18 novembre 2012)
L’unica mattinata grigia e piovosa delle Paralimpiadi è stata quella delle finali dell’adaptive rowing.
Eppure l’entusiasmo e la determinazione degli azzurri del doppio e del quattro con hanno saputo illuminare una giornata inseguita con passione e sacrifici per quattro anni.
Nelle Paralimpiadi definite “del ritorno a casa” visto che l’attività sportiva per persone con disabilità ebbe inizio dopo la seconda guerra mondiale per merito del Dott.
Ludwig Guttman nell’Ospedale di Stoke Mandeville, cittadina ad una cinquantina di km da Londra, il canottaggio adattato italiano ha di fatto dato un chiaro segno di vitalità che può far sognare un ritorno al ruolo di protagonista recitato nel 2008 a Pechino.
A Londra non è arrivato nessun singolo.
Presenti invece il doppio, composto dal confermato Daniele Stefanoni e dalla novità Silvia De Maria al posto di Stefania Toscano, insieme al rinnovato quattro con dell’unico superstite, rispetto a Pechino, il timoniere Alessandro Franzetti.
Dal bacino artificiale di Eton Dorney sono emersi un sesto e un quinto posto da incorniciare per più di un motivo.
Il più importante riguarda l’età degli atleti.
Se è vero che la coppia Stefanoni/ De Maria potrebbe essere arrivata al capolinea, il quattro con ha invece dimezzato l’età media passando dai 44 anni di Pechino (Agoletto, Protopapa, Saccocci, Signore) ai 22 di Londra (Marcaccini, Trombetta, Di Battista, Calderoni).
Il motto delle Paralimpiaidi londinesi era “Inspire a generation”, ispirare le generazioni.
Il pubblico di oltre 2.000.000 di persone e i miliardi di telespettatori di ogni parte del mondo di ispirazioni ed emozioni ne hanno ricevute a getto continuo.
La magia di un villaggio mai così popolato nella storia con i suoi 4200 atleti provenienti da 166 Paesi.
Migliaia di giornalisti e fotografi accreditati con l’Italia unica al mondo ad avere due televisioni in possesso dei diritti (Sky e RAI).
Impossibile non essere d’accordo con il “regista” del Comitato Organizzatore Sebastian Coe quando nel suo discorso conclusivo ha dichiarato: “Da questa edizione delle Paralimpiadi nulla sarà più uguale a prima.
Nessuno potrà più guardare questi atleti e queste gare in modo diverso da ciò che sono: atleti e gare”.
Il motto di Rio de Janeiro 2016 è “rumo ao topo”, verso l’alto.
L’Italia paralimpica metta in archivio le sue fantastiche 28 medaglie londinesi e si prepari con determinazione a spiccare il volo senza lasciare a terra nessuno: informazione, promozione e attività di base.
|