|
"Scoprite i falsi ciechi senza danneggiare i veri".
|
da Il Corriere Della Sera
di Claudio Arrigoni - (5 giugno 2013)
L'errore Spesso i comportamenti ritenuti sospetti sono invece compatibili con l'handicap.
"Vogliono fare una retata? Vadano su un diamante a Milano o Bologna. Sono decine: fan credere di non vedere e giocano a baseball. Sì, sì, proprio quello sport dove bisogna colpire con una mazza una pallina e correre. Poi dicono di essere ciechi...". La provocazione è di Francesco Cusati, presidente del Gruppo Sportivo Non vedenti di Milano e giocatore dei Thunder's 5, una delle due squadre milanesi di baseball per ciechi.
Nasce dopo aver sentito l'ennesima notizia: "Queste campagne sui "falsi ciechi" o sui "falsi invalidi" sono fuorvianti e condotte con una superficialità impressionante".
Parole che sembrano uno scherzo, ma le segnalazioni di Inps e forze dell'ordine per individuare i "truffatori" (è il termine corretto: riferirsi a una "falsa" disabilità porta una percezione negativa su tutti) sono anche peggio di questa.
Si è letto che: giocano a carte, tagliano la legna, utilizzano Facebook, fanno la spesa, prendono in braccio un bambino, evitano un passeggino per strada, usano il bancomat. E si potrebbe continuare. Lamentano le associazioni: mesi di intercettazioni, indagini, pedinamenti per scoprire cose che una persona cieca o ipovedente fa normalmente, senza che ci si debba stupire.
Una situazione denunciata dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Il presidente, Tommaso Daniele, ha mandato una lettera anche a Guardia di Finanza ("Nessuna risposta") e Carabinieri ("Ricevuto, ma per un caffè"), dove offre collaborazione ed esprime apprezzamento "per il proficuo impegno nella individuazione dei falsi ciechi", fenomeno che "getta discredito su tutta la categoria dei disabili visivi che si sente negativamente coinvolta nelle campagne scandalistiche". Infatti, l'Uici si è anche costituita parte civile in processi. C'è un però: spesso sono denunciati come "falsi ciechi persone che tali non sono, discreditando l'intera categoria dei disabili visivi che si sente umiliata e offesa".
Un problema sotto molti punti di vista. Anche economico. "I comportamenti ritenuti sospetti, sono perfettamente compatibili con la cecità. Il 70% dei ricorsi vengono accolti dalla magistratura".
Non solo. Spesso non si affronta il problema della valutazione, che viene da medici e commissioni: i truffatori sono almeno due. Come rileva la Fish, Federazione Superamento Handicap, da fonti quali la Corte dei Conti, dal 2009 al 2012 sono stati effettuati circa 800 mila controlli nella ricerca di "falsi invalidi", quindi non solo legati alla cecità: "Nei primi due anni la pensione fu revocata nel 10 per cento dei casi, ma siccome l'Inps, dopo i ricorsi, soccombe in giudizio il 60 per cento delle volte, la percentuale scende al 4. Per il numero di controlli, l'Inps è stata costretta a ricorrere a risorse esterne (medici, ma anche legali). Nel 2011 per una cifra intorno ai 25,4 milioni. Con risultati esigui". Questo oltre alle spese interne.
C'è anche un problema di percezione della disabilità, in questo caso visiva, che in un periodo di crisi acuisce le difficoltà a reperire aiuti, invogliare a donazioni, magari anche solo a barrare la casella del cinque per mille. Spiega Rodolfo Masto, presidente Uici a Milano: "Appena escono queste notizie aumenta la diffidenza, scende l'attenzione, diminuisce anche la tensione dei volontari. Riprendere il rapporto di fiducia diventa difficile".
Claudio Arrigoni
|