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Magica Martina «Ho scoperto nuovi orizzonti Sì, sono felice»
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da La Provincia di Varese
- (19 luglio 2015)
Un cardellino nel vento che ha saputo volare sempre più in alto.
Martina Rabbolini al Mondiale di Glasgow è sembrata Alice nel paese delle meraviglie.
Capita che l’emozione giochi brutti scherzi ad atleti navigati, figuriamoci a chi come lei, esordiente, 17 anni appena compiuti e non vedente, s’è ritrovata a quasi duemila chilometri da casa, in una realtà completamente diversa da quella che è abituata a vivere nella sua Villa Cortese.
In acqua fin da neonata Primo antidoto, la presenza in Scozia dei genitori Sara e Christian con il fratello.
Famiglia Rabbolini al gran completo, al fianco di una guerriera di 160 centimetri per 49 chili che, per quanto riguarda la pratica del nuoto, può già vantare tempi da veterana.
«È vero - conferma Martina - i miei mi hanno buttata in acqua quando avevo appena tre mesi e praticamente non ne sono più uscita.
Il nuoto mi ha affascinata da subito.
Un colpo di fulmine che dura tutt’ora».
Vive nell’Altomilanese, ma nella sua quotidianità c’e tanta provincia di Varese.
«Direi proprio di sì.
A partire dal mio allenatore, Andrea Caruggi di Besnate - racconta - Quando cominciai andavo a Milano due volte alla settimana con il Gruppo Sportivo Non Vedenti.
Per orari e lontananza era un po’ scomodo, ma non avendo alternative me lo son fatta andar bene: fino a quando ho scoperto, ad un quarto d’ora da casa mia, la piscina Manara di Busto Arsizio.
È lì che ho conosciuto Andrea, con il quale ho iniziato ad allenarmi seriamente grazie al Team Insubrika.
L’anno scorso ho partecipato per la prima volta ai campionati europei e quest’anno per la prima volta ai campionati del mondo».
«Dal blocco alla gioia» Sensazioni? «Prima finale dei 400 stile: blocco totale! Ero già emozionata e tesissima in camera di chiamata.
Ho finito all’ottavo posto.
Poi, una volta rotto il ghiaccio, è andata meglio.
Ottava nei 200 misti, settima nei 100 dorso e infine settima nei 100 rana.
Sono felicissima».
E vorremmo vedere.
È nelle prime otto atlete del mondo in quattro specialità! «Sì, ed è bellissimo! Ho vissuto una fantastica esperienza e mi sembra che, rispetto al campionato europeo, questo Mondiale abbia avuto molta più visibilità.
Tutto questo interesse deve servire a far arrivare una voce in tutte le case dove abita una persona con disabilità, per far capire quanto sia importante e bello fare sport».
«Lo sport fa crescere» «Chi come me non vede deve provare qualsiasi disciplina sportiva - è l’appello di Martina - Oltre al nuoto, il baseball, il calcio a 5, il ciclismo, lo sci con le guide: insomma, tutto quello che si può fare per muoversi, incontrare, conoscere e vivere esperienze importanti che non devono essere necessariamente un Mondiale o una Paralimpiade.
Incontri e conoscenze che ti aiutano a crescere».
Il finale è per le dediche: «Qui a Glasgow sono con la mia famiglia e il mio allenatore Andrea Caruggi.
Ma io penso ogni giorno anche a Francesco Cusati e a tutti i miei amici del Gsd Non Vedenti Milano, come a Barbara Allaria e a tutto il Team Insubrika.
Se sono arrivata fin qui, e non ho nessuna intenzione di fermarmi, lo devo anche a loro».
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