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Sfidando l'acqua e il vento
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da Il Corriere Dei Ciechi
di Carmen Morrone - (9 settembre 2015)
La notizia ha fatto il giro del mondo: "Derek ha conquistato la sua pipeline" scrivevano i giornali, sottolineando che Derek Rebelo è non vedente. Il fatto che il 23enne brasiliano, cieco dalla nascita, sia un surfista professionista e lo scorso agosto sia riuscito a domare una pipeline, ovvero l'onda più alta della sua carriera, ha suscitato grande sorpresa. Come fa un non vedente a fare surf? Una domanda che dimostra quanto la pratica degli sport acquatici da parte di persone con disabilità visive non sia conosciuta e chi fa surf, sci d'acqua, subacquea, nuoto e canoa, passi ancora per un fenomeno, un caso isolato. La realtà, anche in Italia, è che per tecnologie e metodi d'insegnamento, gli sport che si svolgono nell'acqua e con l'acqua sono sempre più accessibili alle persone non vedenti. Non solo. A differenza di altre discipline, i praticanti si sentono protagonisti: sono loro, infatti, a vivere in prima persona e direttamente l'esperienza adrenalinica che fa parte di qualsiasi attività sportiva che sia agonistica o meno. Rebelo lo dice chiaramente: "Dopo che l'istruttore mi ha accompagnato vicino all'onda, sento la mia posizione dai suoni dell'acqua. Toccando l'onda riesco a percepire e intuire le sue dinamiche. Un'emozione unica".
In Italia il surf non è sport nazionale, considerando il calmo mar Mediterraneo, ma l'interesse c'è e qualche anno fa era stato colto dall'iniziativa "Wavetrotter 2012" al pugliese lido di Frassanito.
Per uno sport acquatico emergente, uno consolidato. Di più uno preso a modello all'estero: lo sci nautico che ha il suo quartier generale a Gavirate al Centro federale di sci nautico, punto di riferimento per chi vuole intraprendere questo sport. Qui si può incontrare Daniele Cassioli, 28 anni, di Varese, plurimedagliato di sci nautico, otto volte campione del mondo, 15 titoli europei, recordman di figure e salto, tre volte eletto "atleta dell'anno".
"L'acqua è una dimensione accogliente, anche se cadi non ti fai male" dice Cassioli. "È una disciplina all'aria aperta, in compagnia di tante altre persone. È uno sport che puoi fare nel fine settimana, che ti fa rilassare e allo stesso tempo ti regala momenti di adrenalina. Sciando sull'acqua ti senti libero e liberato dai cattivi pensieri".
Cassioli da molti anni promuove questo sport e continua a essere testimonial di campagne per la diffusione della pratica sportiva. Quest'anno ci ha messo la faccia per dare un messaggio chiaro e forte. Cassioli ha guidato, lui non vedente, una vettura. Accanto aveva il suo istruttore e tutto è avvenuto in un circuito automobilistico. "La mia volontà è quella di andare sempre oltre lo scetticismo" spiega Cassioli. "Lo faccio nella quotidianità con il mio lavoro da fisioterapista (lavora al centro Medical Group di Castellanza e per il basket Legnano Knights) e nello sport. Vorrei che ci fossero pari opportunità, concrete, per tutti. Guidare un'auto in autonomia è un'impresa da Guinness, ma l'ho fatto perché ho voluto dire che anche chi ha una disabilità può condurre una vita normale".
Cassioli oggi scivola sull'acqua, ma lui nasce come nuotatore, quando i suoi genitori a 3 anni lo portarono in piscina e gli fecero toccare con mano, come dice lui stesso "dov'era il cemento e l'acqua. Per non andare a sbattere ho imparato subito a riconoscere la vasca". Il nuoto è un'altra disciplina sportiva molto praticata da chi ha una disabilità visiva. Ricordiamo fra tutti, la pluricampionessa Cecilia Camellini, specialista di stile libero e dorso. Chi lo pratica è aiutato da una persona che con un bastone tocca la testa del nuotatore per indicargli che è arrivato alla fine della vasca. Questo meccanismo potrebbe escludere la praticabilità del nuoto in acque libere. Invece ci sono nuotatori non vedenti che partecipano a traversate di laghi e in mare. Con opportuni accorgimenti. Fra questi Alessandro Furioni, classe 1971, definito il delfino del Garda. Solo il meteo ha fermato Alessandro che ad agosto era partito per una delle traversate a nuoto più lunghe della sua carriera: 52 chilometri - da Riva a Peschiera del Garda, in un tempo previsto di 22 ore, in media 2 km all'ora, senza interruzioni con alimentazione in acqua. Purtroppo le condizioni meteo e le forti correnti in acqua, presenti anche durante la notte, non hanno permesso di continuare, ma Alessandro che ha al suo attivo già due traversate lunghe rispettivamente 13 e 20 chilometri, proverà nei prossimi mesi.
Questa impresa e in generale il nuoto in acque libere è possibile grazie a un sistema che emette un suono montato su un gommone che precede il nuotatore che lo ascolta grazie a cuffie auricolari. Non solo. "Utilizzo il nuoto pinnato, cioè nuoto solo con le gambe" spiega Alessandro. "Le braccia sono infatti su una tavoletta che mi permette di direzionarmi verso il gommone da cui proviene il suono da seguire per mantenere la direzione di nuoto".
A proposito di rotta. La navigazione in autonomia di una barca è un'esperienza avviata. Compie trent'anni il progetto Homerus della omonima associazione ideata da Alessandro Gaoso che ha fondato la prima scuola sul Lago di Garda. Il successo dell'iniziativa è stato immediato e continua anche oggi attirando allievi da tutta Europa. Per la navigazione è usato uno strumento di navigazione satellitare, parlante che, oltre ai dati del GPS (Global Positioning System), ed oltre ad altre importanti funzioni, avverte automaticamente anche della presenza degli ostacoli (isole, scogli, basso fondale, coste ecc.), e ne dà la distanza e la direzione di rilevamento. Per la segnalazione degli ostacoli mobili a prua di ogni imbarcazione c'è uno strumento a raggi laser che distingue il lato su cui si trova l'ostacolo e la cui frequenza di segnalazione è indirettamente proporzionale alla distanza dell'ostacolo fino a diventare un segnale continuo. Inoltre, tutta la strumentazione in generale dà e riceve indicazioni sonore. Non è più raro incontrare per mare le imbarcazioni con la bandiera - marrone antico in alto e bianco in basso e il logo Homerus - che al pari del bastone bianco terreste, segnala la presenza di persone non vedenti. In caso ci siano ospiti o membri dell'equipaggio vedenti saranno loro a seguire le regole di Homerus, ricavandone un'esperienza di vita e di sport davvero uniche.
Integrazione con la I maiuscola nello sport del para-rowing. Nel 4+ (quattro vogatori e un timoniere), l'equipaggio è misto: atleti con disabilità diverse e normodotati, maschi e femmine. La rosa degli azzurri al momento è composta da Paola Protopapa, Lucilla Aglioti, Tommaso Schettino (CC Aniene), Luca Lunghi (Cus Ferrara) e timonata da Giuseppe "Peppiniello" Di Capua (CN Stabia). Gli azzurri del canottaggio hanno buone possibilità di qualificarsi per i Giochi di Rio De Janeiro del 2016 dopo le esaltanti partecipazioni ai Giochi di Pechino e Londra. Campionessa del 4+ è stata Florinda Trombetta, atleta non vedente, che insieme a Mahila Di Battista, Pierre Calderoni, Andrea Marcaccini e il timoniere Alessandro Franzetti ha partecipato ai Giochi di Londra 2012. "Il canottaggio accoglie tutti quanti lo vogliono praticare" dice Florinda. "Per ciascun tipo di disabilità, ci sono tecnologie che superano i limiti. Per quanto riguarda i non vedenti non ci sono ausili, i comandi del timoniere sono detti a voce, sono urlati, e una volta conosciuta la propria postazione si è autonomi nel posizionare seggiolino e remo. Una volta in barca, non ci sono ostacoli". Fuori invece... Florinda sottolinea un fatto comune sottolineato da tutti gli atleti. "Raggiungere gli impianti sportivi in autonomia non sempre è possibile" spiega Florinda. "Lo sport e le gare, i risultati sportivi di grandi campioni dello sport paralimpico devono continuare a mettere in luce la presenza di barriere perché qualcuno se ne occupi e lavori per il loro superamento".
Un'altra domanda che ancora oggi si sente fare è questa: ma che senso ha per un non vedente fare un'immersione subacquea? In Italia, nel corso di questi anni, sono nate e cresciute scuole che hanno fatto conseguire i brevetti da subacqueo anche a persone non vedenti. Fra queste citiamo "Albatros progetto Paolo Pinto - Scuba Blind International - CMAS" nata dall'idea di Paolo Pinto, campione mondiale di nuoto di fondo. Grazie alla collaborazione dell'istruttore subacqueo Manrico Volpi è stato messo a punto un progetto di elaborazione di una nuovissima metodologia didattica per l'insegnamento dell'immersione subacquea ai non vedenti. La novità di questa metodologia, rispetto alla quale tutte le altre appaiono rimaste ferme ai pionieristici primordi di svariati anni fa, consiste essenzialmente in un'impostazione rivoluzionaria che - con un'adeguata formazione del corpo docente - riesce a soddisfare in ogni fase un principio di "autonomia consapevole" del non vedente e, al contempo, di autentica "conoscenza ambientale" da parte sua. Il non vedente non è più solo trasportabile passivamente sott'acqua, è protagonista assoluto di se stesso in immersione, con l'apporto del suo accompagnatore limitato al solo ruolo che il cane-guida ha nella vita di tutti i giorni.
Lasciateci considerare sport acquatico anche la pesca. Al Club pesca Lago Ulivi di Marcignana, in provincia di Empoli, si è svolto il "Primo trofeo di pesca per non vedenti e ipovedenti" organizzato in collaborazione con Lions Club Empoli Ferruccio Busoni. Undici non vedenti e sei ipovedenti hanno gareggiato accompagnati dai tutor messi a disposizione dall'Arci Pesca Firenze. Dalle 16 alle 18, uomini e donne di tutte le età hanno lanciato in acqua gli ami per portare a casa il maggior numero di carpe, o per aggiudicarsi, almeno, il premio per il pesce più grosso. Il partecipante più giovane è Tommaso Canovai, classe '86 di Firenze, mentre il più anziano è l'ex vigilie del fuoco empolese Gianfranco Calcinari, di 69 anni. Ha vinto Silvia Secchi, non vedente, che è salita sul podio con la sua carpa di 3 kg. Accanto a lei Vincenzo Caruso, ipovedente, che ha pescato un pesce di 3,5 kg. Per la categoria maggior numero di pesci sono stati premiati Maurizio Ferro (13) e Mariella Iannone (14).
RUBRICHE
I fatti nostri
a cura di Enrico Flamigni
Vita associativa
L'estate è una stagione particolare, affascinante ed insidiosa allo stesso tempo; un momento dell'anno da vivere intensamente, se possibile a contatto con le bellezze della natura. Tutti abbiamo il diritto di trascorrerla in allegria, condividendo con altri la nostra gioia.
Siamo perciò lieti di segnalare alcune iniziative delle nostre sezioni che hanno permesso a molti ciechi di abbattere quel muro di monotonia e solitudine con cui a volte bisogna fare i conti.
Cominciamo da Copanello, gemma del golfo di Squillace, dove si è svolto il Campo estivo riabilitativo dell'Unione di Catanzaro. Ai partecipanti, disabili visivi o pluriminorati, sono state proposte attività innovative, utili per superare limiti e timidezze, sviluppare l'autonomia personale e diventare più consapevoli delle proprie potenzialità.
L'IRIFOR di Ascoli Piceno ha invece scelto il camping Zeppelin di Cupra Marittima per il soggiorno estivo "Un tuffo in autonomia", che ha coinvolto venticinque bambini e ragazzi ciechi, alcuni con disabilità aggiuntive. Finalità dell'iniziativa, unire alla vacanza momenti educativi, riabilitativi e di integrazione sociale. Orientamento, autonomia personale, laboratori artistici e sportivi hanno così arricchito le giornate, tra giochi, chiacchiere, risate ed amicizia.
Tradizionale vacanza a Tirrenia, invece, per l'UICI di Bolzano. Il nostro attrezzato Centro ha ospitato 50 persone provenienti dall'Alto Adige, tra le quali 17 accompagnatori vedenti. E proprio l'altruismo e la dedizione di questi volontari hanno reso il soggiorno ancora più piacevole e ricco di umanità.
Molto utile anche l'iniziativa organizzata a Napoli, rivolta in particolare a chi si trovava in città. In collaborazione con le Istituzioni pubbliche e con l'Unione, la Cooperativa sociale "Serena" ha aperto un numero verde destinato ad anziani, malati e persone con disabilità. "Estate serena", questo il nome del progetto, ha garantito un'assistenza a trecentosessanta gradi offerta da operatori qualificati, rispondendo alle esigenze di un bacino di utenza talvolta disinformato sui servizi resi gratuitamente sul territorio.
Cambiamo campo, per ricordare il recente insediamento del nuovo Consiglio Regionale Lombardo dell'UICI. Confermato alla Presidenza Nicola Stilla, che ha promesso il massimo impegno per questioni di importanza capitale come il supporto scolastico, la formazione professionale e l'accesso al lavoro. Al Consiglio ed al Presidente vanno i nostri sinceri auguri.
Restiamo a Milano, ma per parlare di sport con le notizie fornite dal Gruppo sportivo dilettantistico non vedenti.
Onorevole prestazione della milanese Martina Rabbolini ai Campionati mondiali di nuoto paralimpico. A Glasgow la nostra atleta ha conquistato buoni piazzamenti in ben quattro diverse specialità.
Per quanto riguarda lo Showdown, discreta la prova di un altro sportivo lombardo, Domenico Leo, sedicesimo nel torneo internazionale di Druskininkai, in Lituania.
Buone notizie poi dal Baseball, con il torneo di Montpellier, in Francia, al quale hanno partecipato diverse squadre italiane: l'entusiasmo per questo sport sta crescendo anche tra i nostri cugini d'oltralpe, come dimostra la partecipazione di un team nazionale francese all'imminente Moles Cup.
Chiudiamo la nostra rubrica ricordando che nel recente Campionato italiano Pararceri l'atleta senese Maria Salaris ha conquistato una brillante medaglia d'argento.
Carmen Morrone
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