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Baseball

L’AIBXC alla conquista degli States!Parlano gli Italian Ambassadors


da Baseball Mania
di Matteo Comi - (23 ottobre 2015)

Da circa 6 mesi due giocatori del Baseball per ciechi stanno cercando di esportare questo avvincente e appassionante sport nel paese dal quale tutto partì nel XIX secolo.

Nell’ambiente A. I. B. X. C. vengono chiamati Italian Ambassadors: si tratta di Matteo Briglia dei Lampi Milano e Ada Nardin della Roma AllBlinds.

A loro la parola per aggiornarci su quanto è accaduto, sta accadendo e accadrà oltre oceano.

D: “Com’è nata l’idea di riprendere in mano il progetto di AIBXC di esportare il Baseball per ciechi negli Stati Uniti d’America tentato nel 2012?”

R: “Dal momento che avevamo già deciso di fare un’esperienza di vita a New York, ci è sembrato utile e produttivo metterci a disposizione dell’Associazione per riprendere il filo del progetto che si era arenato tre anni fa. AIBXC ha creduto nelle nostre potenzialità linguistiche, comunicative e tecniche patrocinando con entusiasmo la nostra “mission” nella terra dei padri del baseball, non facendoci mai mancare il suo appoggio”.

D: “Che cosa la spinta a seguire Matteo in questa avventura?”

R: “Ahi ahi ahi… Non scivoliamo nei soliti chiché che disegnano la donna come un soggetto passivo privo di una volontà propria e pronto a seguire ovunque il di lei compagno!
Siamo due atleti, due persone indipendenti che amano questo sport ed adorano le sfide.
Nessuno ha seguito nessuno, è insieme che abbiamo deciso di attraversare l’oceano con la pallina sonora orgogliosamente fra le mani!”

D: “Su quali contatti avete fatto affidamento inizialmente?”

R: “Prima di partire abbiamo scritto alla NBBA (associazione beeball Americana) e alle squadre della zona di New York e dintorni al fine di ipotizzare una eventuale fusione di regole fra le due versioni dei due sport adattati con l’obiettivo di presentare un’unica disciplina alla commissione paralimpica in vista dei giochi del 2020.
I nostri tentativi di presentare il baseball Italian Style, come anche solo quelli di provare il beepball slittavano misteriosamente con motivazioni poco chiare e in fine sono stati inspiegabilmente sabotati dai vertici del loro gioco, costringendoci a guardare altrove.
Fortunatamente avevamo già conosciuto persone in ambito associativo e sportivo che hanno dimostrato un subitaneo interesse e un forte entusiasmo, persone che successivamente ci hanno aiutato a divulgare il nostro batti e corri e ad organizzare le dimostrazioni di metà luglio.
Uno di loro, Ed, è stato successivamente insignito del ruolo di capitano della squadra che si formerà in virtu delle competenze tecniche e del supporto logistico ed emotivo donato dal primo momento alla causa AIBXC..”

D: “Ci sono altri motivi al di la dello sport che vi hanno spinti negli Stati Uniti d’America?”

R: “Sicuramente il desiderio di respirare aria nuova, di cogliere altri stimoli, di rinfrescare l’inglese, che non fa mai male…, la curiosità di metterci alla prova in una metropoli dinamica e multietnica, l’opportunità di ascoltare ottima musica e di frequentare workshop di canto nella patria del jazz, la possibiità di correre a Central Park da veri newyorkesi, il brivido dato dal senso di libertà di poter contare sulle nostre capacità di adattamento ed orientamento.
Avevamo, in ogni caso, anche una seconda investitura, quella dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, in relazione allo scambio interculturale fra le associazioni di categoria”.

D: “Qual’è lo scenario sportivo che vi siete trovati davanti una volta sbarcati nel mondo a stelle e strisce?”

R: “Le persone con disabilità che praticano sport a new York sono molto attive ma, come in Italia, poco numerose.
L’offerta di discipline adattate è davvero vasta, si pratica l’arrampicata sportiva, la canoa, il serf, le arti marziali, il tandem ecc; tuttavia anche da queste parti spesso ci sentiamo dire che la difficoltà principale sta nel “far uscire i ciechi da casa”.

D: “Trovate New York una città accessibile per le persone con disabilità visiva?”

R: “Rispetto a quanto siamo abituati a vedere in alcuni Paesi europei, c’è ancora molto da fare sotto il profilo della sicurezza ma soprattutto dello sviluppo dei facilitatori come i semafori sonori, gli annunci di linea e di prossima fermata, i percorsi tattiloplantari, questi ultimi praticamente assenti.
In vero, nelle nuove vetture dei buss, treni, e delle metropolitane, gli annunci sono stati installati ma la loro quantità è ancora esigua.
Va detto comunque che i mezzi di superficie sono davvero frequenti e capillari, e che il sistema di metropolitane è degno di una metropoli all’avanguardia; insomma, puoi farci affidamento..”.

D: “Ci parlate sinteticamente del Beepball?”

R: “Onestamente ci è bastato assistere ad un breve allenamento per comprendere le ragioni che hanno portato Alfredo Meli, l’ideatore del nostro batti e corri, a rifiutarsi di farci competere con le loro regole.
Il beepball non viene giocato su un diamante ma su campi da calcio o spazi verdi;
Esiste la figura del lanciatore, chiaramente vedente, che tuttavia appartiene alla squadra del battitore e quindi farà di tutto perché la battuta vada a buon fine;
Non è prevista la corsa sulle basi e quindi il battitore non compie i giro completo del diamante ma realizza il punto solo mediante una breve corsa in direzione o della prima o della terza base, fatte suonare a caso da un operatore;
i difensori non lanciano la palla sonora a un assistente ma effettuano l’eliminazione semplicemente prendendola in mano, fra l’altro mentre ancora continua ad emettere un suono intermittente.
Non essendo perciò contemplate le tre fasi fondamentali del baseball, possiamo affermare senza timore di essere smentiti, che il beepball presenta pochissime analogie con il passatempo nazionale negli Stati Uniti”.

D: “Su quali associazioni possono far conto i disabili visivi oltre oceano?”

R: “Esistono due grandi associazioni di categoria, NFB e ACB, lequali rappresentano gli interessi e le istanze dei privi della vista presso le istituzioni federali e locali sollevando temi come: l’integrazione sociale, lavorativa e scolastica, e l’accesso all’informazione digitale.
Vi sono inoltre alcuni organismi impegnati nella formazione informatica e nella riabilitazione in orientamento, mobilità ed autonomia personale; tali enti forniscono agli iscritti anche assistenza sia in casa che nel disbrigo di pratiche burocratiche”.

D: “Il 17 e 18 Luglio scorsi avete realizzato due dimostrazioni con atleti e volontari; Raccontateci com’è andata”.

R: “Splendidamente!
Mai avremmo immaginato di ottenere in così breve tempo un diamante tutto per noi,men che meno a Central Park.
La partecipazione è stata numerosa, complessivamente 16 atleti e 14 volontari, e vissuta con entusiasmo e grande spirito agonistico.
Vivo apprezzamento è stato espresso in particolare da Chris Noel, rappresentante del dipartimento dei parchi presente all’intera manifestazione, nonché dagli allenatori, Fabio Giurleo e Daniele Crippa, piacevolmente colpiti dalla rapidità di apprendimento dei futuri giocatori a cui il baseball sembra appartenere nel profondo.
Ai fini della divulgazione e promozione, fondamentale la presenza della troup televisiva di “New York after dark”.
Il 4 ottobre, dopo molte difficoltà per trovare un diamante libero, abbiamo organizzato, coadiuvati da Lorenzo De Regni, responsabile AIBXC per la divulgazione all’estero del nostro sport e con il supporto di Don Landolphi, un allenamento con circa 14 aspiranti atleti e un paio di vedenti, altri dovrebbero unirsi in seguito.
Gli atleti non vedevano l’ora di entrare in diamante; erano carichi e pronti ad affrontare una partita in piena atmosfera “let’s play ball”!”

D: “Come vi sembra il livello di integrazione sociale degli aspiranti atleti conosciuti?”

R: “Da quanto abbiamo potuto osservare, ci sembrano persone autonome e ben integrate nella società; praticano molti sport, hanno un’attività lavorativa, e coltivano svariati interessi: Frank è un cantante Jazz, Tom ha un gruppo rock e Alex tiene corsi di percussioni afrocubane”.

D: “Quali sono le prossime mosse che voi ambasciatori e l’A. I. B. X. C. avete intenzione di attuare?”

R: “Da settembre abbiamo ripreso i contatti con le istituzioni locali e cercato palestre in grado di ospitare gli allenamenti invernali in attesa che il dipartimento dei parchi possa assegnare nella primavera dell’anno prossimo, come promesso, un diamante dedicato alla futura squadra.
Dalle prossime (training sessions) ci aspettiamo molto; il nostro desiderio è prenderci cura di quanto stiamo seminando affinché il baseball giocato da ciechi inventato in Italia faccia legittimamente parte delle principali realtà agonistiche qui in America.
Abbiamo inoltre coinvolto una scuola (the New York Institute for special education) che da sempre integra studenti ciechi e vedenti, al fine di sensibilizzare i ragazzi e creare un vivaio consistente sia di atleti che di volontari.
L’istituto ci ha invitati a svolgere una dimostrazione del nostro batti e corri andata in scena lo scorso 30 settembre, un bel momento di sport e formazione in grado di appassionare gli allievi, ragazzi fra i 12 ed i 21 anni, ed il corpo insegnanti che ha collaborato attivamente.
Un secondo clinic è in programma per mercoledì 28 ottobre, a testimonianza della reale curiosità suscitata”.

D: “Quali idee avete in cantiere per il 2016?”

R: “Sul fronte AIBXC, continuare a far conoscere ed amare il nostro sport anche in altri continenti, e, come coppia, non ci dispiacerebbe affatto proseguire questa ideale luna di miele newyorkese”.

Ada Nardin e Matteo Briglia

Matteo Comi

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