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Accademia Scherma Milano: “Uniti, senza barriere, ora più che mai”
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da Comitato Italiano Paralimpico
- (25 aprile 2020)
Lo sport fa bene: fa bene a chi lo pratica, perché aiuta a stare in forma, a trovare nuovi stimoli e amicizie; ma fa bene anche a chi lo fa praticare, a cui può regalare persino la felicità. Lorenzo Radice ha lasciato una carriera di alto livello come manager nel mondo del marketing (“Ora ho solo qualche consulenza”) per inseguire il suo sogno: aprire una palestra dove consentire a tutti di fare sport, specificatamente scherma. Il 14 maggio 2019 è nata così l’Accademia Scherma Milano, associazione sportiva che propone la scherma ad adulti e a bambini, normodotati e con disabilità fisica e sensoriale. Non solo: organizza corsi di ginnastica dolce per persone con demenza, Alzheimer e i loro familiari, e porta la scherma tra gli utenti con disabilità intellettivo-relazionale della cooperativa milanese Cascina Biblioteca, per i quali la pratica della disciplina può essere un utile strumento per migliorare a gestire emozioni e relazioni interpersonali. “Lo sport è la mia vita – dice Radice –. Io ho praticato milioni di attività sportive, ora voglio che lo sport renda felici gli altri, perché io sono felice quando vedo le altre persone felici”.
In meno di un anno di attività, l’Accademia ha raccolto 90 tesserati: la più piccola ha 4 anni, i più grandi superano i 60. Nella palestra convivono gli schermitori normodotati (una settantina), i 10 paralimpici su sedia a rotelle e i 9 ipovedenti e non vedenti del Gruppo sportivo non vedenti Milano. “Il nostro obiettivo è la vera e reale inclusione”, continua Radice, che è stato un “discreto”, parola sua, atleta di spada fino ai tempi dell’università. Lo spazio della palestra è stato ristrutturato abbattendo le barriere architettoniche in tutti gli ambienti, dalle pedane ai bagni. All’Accademia non è raro vedere gli atleti olimpici tirare di scherma seduti in carrozzina contro quelli paralimpici, oppure bendati contro gli atleti non vedenti; gli atleti non vedenti, a loro volta, capita che si confrontino da seduti con quelli in carrozzina, a loro volta bendati. “Così trovano tutti un punto di incontro”, spiega Radice. Oltre a essere co-fondatore (insieme a Leonardo, Laura e Luca) e presidente dell’associazione, lui è anche uno dei 3 tecnici: “Non spingiamo nessuno a competere, quello che ci importa è non precludere a nessuno la frequentazione della palestra”.
Prima del lockdown a causa della pandemia da Covid-19, altri 2 progetti era pronti a partire e sono stati rinviati: il primo, in collaborazione con la Lilt, è la scherma artistico-riabilitativa per le donne operate di tumore al seno (“Aiuta a stimolare i muscoli del petto e dell’interno braccio”); il secondo sono corsi di yoga e di difesa personale per il Gruppo sportivo non vedenti. Continuano, invece, ma a distanza, gli allenamenti di scherma: “Ho varie chat con i diversi gruppi e ci vediamo forse più di prima”, dice Radice. Il contatto è quotidiano, così come gli allenamenti, che si svolgono su Zoom a orari ben definiti e coinvolgono quasi tutti i tesserati e anche, in gruppi più ristretti, gli utenti di Cascina Biblioteca. “Gli allenamenti prevedono 20 minuti di preparazione atletica con esercizi che richiedono non oltre 2 metri quadrati di spazio, e altri 20 minuti di azioni tecniche di gamba-scherma e di movimento della scherma”. Gli appuntamenti sono graditissimi sia agli atleti sia alle famiglie, specie dei bambini più piccoli.
Per tenere unito il gruppo e alto il morale si sono intensificate anche le attività sui social media. Tutti i tesserati sono stati invitati a partecipare al video corale “Uniti, senza barriere, ora più che mai”, da pochi giorni online. Molti stanno anche inviando un disegno che racconta il loro rapporto con la scherma e con l’Accademia. “L’immagine con più Like diventerà la nostra copertina su Facebook”, dice Radice. Per Pietro del gruppo Elementari, la scherma è semplicemente “bella”. Enrico e Marco di Cascina Biblioteca hanno raffigurato quello che vedono negli allenamenti virtuali, con i volti di maestri d educatori. Nel disegno di Domenico due schermitori tirano su un prato, sotto un arcobaleno. C’è il disegno fatto da Silvana del gruppo Alzheimer con il figlio fumettista, quello di Alice, la piccola della palestra, e quello di Rossella: una cascata di cuori arancioni. Per Lucrezia, mamma di 3 bambine, la scherma è “libertà”. Matteo, ipovedente, ha scomposto la parola “scherma”, dandole un nuovo significato: “Sport + amiCizia + mascHera + pEr tutti + Riflessi + allenaMento + Agilità”.
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