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Io, ipovedente, ora sogno le Paralimpiadi
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da Il Giorno
di Marianna Vazzana - (29 settembre 2022)
«Una persona ipovedente che tira di scherma? All'inizio non ci credevo neppure io.
Ma in pedana provo un'emozione speciale e mi sento più sicura di me anche nella quotidianità , a scuola e per strada».
Francesca Augliese, milanese di 16 anni ipovedente, non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe salita sul podio del Campionato italiano di spada per non vedenti.
Eppure si è dovuta ricredere lo scorso giugno, quando ha conquistato la medaglia di bronzo a Macerata.
«Nella mia vita ho provato vari sport, dal nuoto alla danza all'arrampicata.
E alla scherma mi sono avvicinata per caso, 4 anni fa, durante una giornata di sport aperta a tutti», racconta.
Da allora non ha mai smesso di allenarsi, due pomeriggi a settimana, nella palestra dell'Accademia Scherma Milano di via Sassetti 15 nel quartiere Isola, sotto l'ala di Lorenzo Radice, co-fondatore e presidente di Accademia Scherma Milano, tra i tecnici della squadra italiana non vedenti.
Gli atleti con disabilità visive possono tirare di scherma, eccome: si muovono seguendo una linea direttrice longitudinale in rilievo sulla pedana.
Sanno che nello spazio incontreranno il suo avversario (sono entrambi bendati, per essere alla pari, considerando che ci sono diversi gradi di disabilità ) e per il duello è fondamentale il tocco della lama.
«Sembra un controsenso, la scherma per non vedenti, perchè la vista pare un senso fondamentale - continua Francesca Augliese - ma in realtà qualunque sport, o quasi, può essere inclusivo.
La disabilità non è un ostacolo.
A un ragazzo o a una ragazza con problemi di vista, come me, dico di non scoraggiarsi mai: io sono ipovedente e ho problemi di equilibrio, eppure in pedana mi sento a casa.
Ci vuole impegno, costanza, fiducia in se stessi.
E se all'inizio non arrivano i risultati non bisogna demordere perchè arriveranno».
La sedicenne raggiunge la palestra partendo da casa, in zona Romolo, in metropolitana oppure in auto accompagnata dal papà .
«Devo conciliare lo sport con gli impegni scolastici; frequento il quarto anno del liceo delle Scienze umane all'Agnesi, in via Carlo Bazzi.
Per studiare ho dei libri speciali, con caratteri ingranditi».
E sogna di diventare neurologa.
Sabato 8 e domenica 9 sarà tra i partecipanti del secondo Trofeo internazionale città di Milano.
Appuntamento il primo giorno in via Sassetti, all'Accademia Scherma Milano (dalle 10), mentre domenica le semifinali saranno all'Istituto dei ciechi di Milano in via Vivaio.
Venerdì 7 sempre in via Vivaio (dalle 10.30) ci sarà l'incontro su Sport e disabilità in punta di fioretto, in vista dei giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina.
«Mi piacerebbe tanto poter partecipare ai giochi - conclude Augliese -.
Il primo avversario da sconfiggere, per disabili e normodotati, è la paura di non farcela o di non essere all'altezza.
E invece tutti possiamo riuscire».
Marianna Vazzana
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